Ed è un tormento la tua mancanza, il vivere in parallelo quando non ci sei. Le ore si equivalgono da sole così come la presenza dei tuoi abbracci mi percuote. Nelle notti l'assenza prevale sempre e il cuscino non m'infiammma mai, ma rivoltandomi guardo la finestra, dove c'è sempre un cielo, ma vedo due lune, che intrecciate formano la mia stella che ammiro sempre quando mi si irrigidisce la pelle. Ed è pura felicità toccare la mia luna, amore, quando io luna nell'immenso la stringo e il nostro amor fiorisce in stella.
Voglio che non arrivi mai la notte perché so che con essa sarà un altro giorno passato senza te. Passano notti dopo notti diventando tristi, perdendo poco a poco la speranza di un tuo ritorno proprio come i morti si i morti.
Adesso si potrei amarti nel fantasioso mondo che risiede in noi. Adesso si potrei proprio amarti a te che sai far congiungere la mia mente con l'anima. A te che ho donato il mio corpo, a te che desidero il tuo corpo, il mio segreto, il mio pregio, il mio dono divino. A te sensibile come una lagrima che ancora deve nascere, nascosta nel tuo grembo di cristallo. Ed io cosi ti amo, decifrando. Aspettando il giorno che piangerai per lagrimare finalmente insieme.
Naufrago per amar cio che non è da amare. Occhi stanchi dalla vita, che occhi sono se sono finiti a 20 anni. Vita crudele. Pensieri ossessivi, quelli di colui che non riesce a vivere e conla paura ama, ama con la paura d'essere amato. Come un deo che soffre ma non pretende amore. Che uomo è costui, io ho toccato la sua anima. Bambino a pezzi incantato dall'odio del tutto. L'essere. Una lacrima.
Non sono più anima che vive ma essere inanimato verme che striscia cercando contorcendosi e sbattendosi di rialzarsi alla ricerca del suo vecchio essere, senza poterlo mai trovare muore e sopravvive pover uomo privo di calore mancante di una vocazione divina senza alcun disegno divino così questa parte morta e ahimé smarrita svegliandosi pensa te la parte mancante l'anima in esilio aspetta te.
Un giorno è entrato a far parte di me un rumore silenzioso, silenzioso per tutti, eccetto me. Poi cosi come spesso accade, riuscii a decifrarlo. Lui era solo un giudice, un giudice di tutto, criticava tutto ed esaltava il bello. Cosi elaborava, pensava e rideva, si divertiva e dispregiava, mi consigliava e mi compiaceva mi uccideva e mi faceva rinascere nel tempo stesso, ed e restato li immobile senza farsi ferire mai da niente, come dovremmo essere noi, "uomini" sani e forti coraggiosi e distaccati, ma lui, lui lui è di più è come un ente superiore, come un Dio, è una parte estranea di me, fermo, mentre tutto gira e soffre, e solo oggi so che è un "libero pensatore".
Ho bisogno di uscire, finalmente dopo tanto tempo dopo tante sofferenze, ho avuto la fortuna di trovarti, tu amico mio, ho bisogno di te, e ho bisogno di essere, essere, essere senza subire pregiudizi altrui, grazie amico mio che vivi, e che insieme a te, riesci a farmi vivere per quel che sono. Grazie.