Scritta da: Clemente Valentino
in Poesie (Poesie personali)
Ogni fiume ha il suo corso
Qualsiasi cosa accada,
non disperare.
Ogni tempo ha il suo tempo
e smetterà di farti del male.
Composta martedì 6 settembre 2016
Qualsiasi cosa accada,
non disperare.
Ogni tempo ha il suo tempo
e smetterà di farti del male.
Timida, la luna nasconde il volto alla terra
che tenta di sedurre con una eterna danza
attratta dalla sua naturale bellezza,
ella, può scrutarla in ogni sua forma.
Lentamente la luna si affaccia
col suo lato più bello alla terra,
vogliosa di farsi mirare,
voluttuosa, risplende alla luce del sole.
Sfacciata invece la terra
si esibisce in volteggi e con colori lucenti,
non teme l'amore che prova per ella
e glielo dimostra invitandola a danza.
Con il volto segnato dal tempo,
e col chiaror che il suo viso sprigiona,
lentamente la luna ritrae,
ama farsi desiderare.
Alcune pagine lette, qualche frase scritta,
un ricordo che emerge
delle emozioni affiorate.
Vivo la mia terza vita
in questo caldo grigio autunnale.
All'amor che vita insegna ser maestro.
Dall'alba antica un trionfo innato,
amar o esser amato?
In cuor mio l'amor spesso trionfa,
a indirizzar la via, eppur verso la sponda.
A te o Lode, che vita voll'esser amata
giungesti infundo a nuova brama,
l'amor donato non bastava
e a render gioia fosti dannata.
La solitudine è la prima emozione che ricordo di aver provato,
ho imparato prima a riconoscerla e poi ricordo di aver camminato.
Né fratelli, ne sorelle con cui giocare,
chiuso in me stesso parlavo alle onde del mare.
Il fruscio delle foglie mosse dal vento
conduceva i pensieri ancor più dentro,
l'immaginazione volava al narrar della fiaba
il silenzio incombeva, la notte calava.
Un giorno mi accorsi di non esser da solo,
la vita mi accolse e nel silenzio un frastuono.
La solitudine incombe nel cuor dell'amato,
la solitudine è essenza per tutto il creato,
percepiamo ogni istante intimamente.
Chi come te vedrà quelle stelle?
Chi come te udirà quel silenzio?
Sempre siam soli, in compagnia di noi stessi in eterno.
La vecchia cenere sorge
all'ambra del crepuscolo,
danza.
Appresso primula ancor più nobile.
Cenere che da vita a nuove vesti
adesso canta,
e al vento caldo
sembra ancor più dama.
Anonimi poeti percorrono
strade battute da vecchi sai,
ancora vagano ignorate dal tempo
anime in circolo in cerca d'un filo.
Né soste né mete quietano il cammino,
né il lastricar divino.
Sono anime in pena;
ombra e luce in relazione.
Asterione per natura,
teseo per vocazione.
Sono anime inquiete in continua evoluzione,
all'oscuro di sé stesse,
distante dai raggi del sole.
Quando le forze delle maree,
del vento e della terra
non avranno più influenza.
Superato l'uscio,
il guardiano con un cenno
m'indicherà verso l'eterno.
Fui tempesta e poi tormenta,
e ancor sarò quell'onda
che imponente solca
nell'oceano dell'esistenza.