Scritta da: Silvana Stremiz
in Poesie (Poesie d'Autore)
Allo specchio
Ferma.
In attesa.
Solo un brandello
rimane
dell'oggi.
Fremiti di carne.
Rossa. Profonda.
Commenta
Ferma.
In attesa.
Solo un brandello
rimane
dell'oggi.
Fremiti di carne.
Rossa. Profonda.
L'eco dell'ieri
il sospiro rivive,
lontano dal cuore
per i muri
rincorre
l'ombra della
mano ragno veloce
si snoda
fra ombre tigrate di
dita che
oggetti fragili
umidi
di fredda placenta
lacerata, cercano
e
pietra e cemento
trovano
ruvidi
al tatto di un cieco
che cauto tasta
la strada.
Vortice scuro
fra due pietre
rosse
il grido del pazzo
oltre il
limitar del bosco
notturno spettro
braccia desolate
nella landa
detriti
a valle
corrono
ombre
come di ricordi.
Macerie
come pensieri strangolati,
macerie di case
due pietre è già una storia
un lembo di muro è il passato,
rovine antiche
cotte dal sole cocente
di estati come gelsomini,
macerie fra le mani
accarezzate e ritrovate,
intatte
nella mente.
Acque ruscellanti
per il declivio
polvere di cascate
fra massi verdi
di muschi rinnovati,
si sente l'onda
che non ha parole
a pioggia
sul greto
mormorare
di memoria
in memoria
i meandri della mente
a ritroso percorrendo.
Solo frammenti:
una scheggia di legno
sotto la pelle del palmo della mano
una briciola di pane
sotto il piede scricchiola
il petalo di un fiore
sul tavolo inaridisce
un tasto d'avorio
pallido come il volo del gabbiano
un capello biondo come un arpeggio lontano
un frammento di pizzo
antico come il volto della luna
ed un tramonto fiammeggiante
fra gli abeti blu
il sussurro dei giovani
la sera,
che male fa la scheggia nel palmo della mano,
solo frammenti
fra le pagine del libro posti a vegliare.
Promesse al mondo mai mantenute,
fiori secchi dentro un cassetto,
una barca sfondata sulla riva,
lontano smorzato un canto di
sirene antiche,
un sasso lanciato contro il tronco del pino,
odore di corpi assordati nel rombo della via,
scroscia
la luce sui muri delle cose
che non importano,
insegne al neon
rivestite di polvere opaca
su respiri che non sono altro
che fisiologica necessità,
i cieli sono stati conquistati
gli animi rarefatti rinchiusi negli armadi
profumano di naftalina.
Sabbia fine pungente
punte di spillo
portate dal vento
a limar la pelle del volto,
sabbia dorata
ricopri
poi
scopri
pene e ricordi:
tarli nel legno
sabbia di legno sul pavimento
son orme lasciate
mai cancellate.
Seduta, guardo
la vita
che corre
la notte
sfrigolando
lungo i cavi
dell'alta tensione
e le stelle
sono solo scintille di fuoco.
Con ali raccolte
nascere
nell'attesa vibrante
del giorno dopo domani,
con ali raccolte
dormire
nel nido di erbe fragranti
di soli ormai tramontati,
con ali raccolte.