Si spacca il mattino come una melagrana Con rosse crepe lucide; Ah, quando arriverà domani l'aurora, tardi, Biancheggiando oltre il letto, Vigile mi troverà ai cancelli del matrimonio, Mentre aspetto che si diffonda la luce Su di lui, che sazio dorme Con la testa sprofondata, incosciente.
E quando l'alba s'insinuerà dentro Cauta m'alzerò per osservare la vittoria della luce Sul primo dei miei giorni Che lui mi mostra, addormentato nel sonno In cui con me cadde, e il mio sguardo Meno vago diverrà, e la sua faccia calda Vedrò liberata dall'agitarsi della fiamma.
Saprò allora a quale immagine di Dio È fatto il mio uomo; E vedrò il castigo o il premio della mia vita nel dormiente; Calcolerò allora lo stampo e il valore Dell'uomo che come mio ho accettato, Mi si rivelerà un aspetto del cielo o della terra Nello splendore del metallo in cui è coniato.
Oh, sono ansiosa di vederlo dormire totalmente in mio potere, Saprò allora chi è che ho da tenermi... Sono ansiosa di vedere Questo amore mio, questa moneta che ruota, posarsi Immobile al mio fianco e pronta Per la mia stima: certo egli sarà Ricchezza di vita per me.
E allora sarà mio, giacendo a me rivelato, Aperto ai miei occhi, chiaro Dormirà, Disteso negligentemente, Affidando a me la sua realtà, e io Guarderò l'alba illuminare Il mio destino.
Guardando splendere la debole luce Su quel sonno colmo di me, Sulla sua fronte, ove i riccioli Negligenti s'accoppiano e appiccicano, Sulle sue labbra, ove il respiro leggero va e viene, Inconsapevole, sulle sue membra assonnate finalmente stese, Indifese, Piangerò, lo so, oh se piangerò Di gioia e di tormento.
Non respingermi se ti dico Che scordo il suono della tua voce, Che i tuoi occhi dimentico, felici mentre indagano Traverso il tempo per scorgere il nostro matrimonio.
Ma quando sbocciano i fiori del melo Sotto la luna dalle dita pallide, Sul mio petto vedo il tuo chiaro volto E i miei obblighi cancello, fingendomi malato.
Allora sulla mia camera chiudo Le imposte a nascondere il giardino, dove lieta È la luna per i fiori aperti, che la seducano Con la loro bellezza, chiedendo d'esser ricambiati.
E a te levo le braccia dolenti E il mio petto avido angosciato sollevo E lacrimo davvero tormentandomi per te, E alle porte del sonno mi slancio, per riposare.
Tutta l'ansiosa notte m'agito per te, Sognando che sottomessa la tua bocca si porga alla mia, Sento trasportarmi dal tuo petto vigoroso In un sonno che nessun dubbio o sogno può insidiare.
Se avessi potuto tenerti nel mio cuore, se solo avessi potuto in me avvolgerti, quanto sarei stato felice! Ma ora la carta della memoria davanti una volta ancora mi srotola il corso del nostro viaggio sin qui, qui dove ci separiamo.
E dire che tu non sei mai, mai stata una qualche tua realtà, amor mio, e mai alcuna delle tue varie facce ho visto! Eppure esse mi vengono e vanno avanti, e io forte piango in quei momenti.
Oh, mio amore, come stanotte fremo per te, pur senza più speranza alcuna di alleviar la sofferenza o ricompensarti per tutta una vita di desiderio e disperazione. Riconosco che una parte di me è morta stanotte!