Le migliori poesie di David Maria Turoldo

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Scritta da: Silvana Stremiz

E non chiedere nulla

Ora invece la terra
si fa sempre più orrenda:

il tempo è malato
i fanciulli non giocano più
le ragazze non hanno
più occhi
che splendono a sera.

E anche gli amori
non si cantano più,
le speranze non hanno più voce,
i morti doppiamente morti
al freddo di queste liturgie:

ognuno torna alla sua casa
sempre più solo.

Tempo è di tornare poveri
per ritrovare il sapore del pane,
per reggere alla luce del sole
per varcare sereni la notte
e cantare la sete della cerva.
E la gente, l'umile gente
abbia ancora chi l'ascolta,
e trovino udienza le preghiere.

E non chiedere nulla.
David Maria Turoldo
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    Scritta da: Silvana Stremiz
    Ieri all'ora nona mi dissero:
    il Drago è certo, insediato nel centro
    del ventre come un re sul suo trono.
    E calmo risposi: bene! Mettiamoci
    in orbita: prendiamo finalmente
    la giusta misura davanti alle cose;
    e con serenità facciamo l'elenco:
    e l'elenco è veramente breve.

    Appena udibile, nel silenzio,
    il fruscio delle nostre passioncelle
    del quotidiano, uguale
    a un crepitare di foglie
    sull'erba disseccata.
    David Maria Turoldo
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      Scritta da: Silvana Stremiz

      O Giorni Miei…

      Solo a sera m'è dato
      assistere alla deposizione
      della luce, quando
      la vita, ormai
      senza rimedio, è perduta.

      Mio convoglio funebre
      di ogni notte: emigrazione
      di sensi, accorgimenti
      delle ore tradite, intanto
      che lo spirito è rapito
      sotto l'acutissimo arco
      dell'esistenza: l'accompagna
      una musica di indicibile
      silenzio.

      Invece dovere
      ogni mattina risorgere
      sognare sempre
      impossibili itinerari.
      David Maria Turoldo
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