Io non ti do il mio amore come fanno le altre ragazze, in uno scrigno freddo d'argento e perle, né ricco di gemme rosse e turchesi, chiuso, senza chiave;
né in un nodo, e nemmeno in un anello lavorato alla moda, con la scritta "semper fidelis", dove si nasconde un'insidia che ottenebra il cervello.
L'Amore a mano aperta, questo solo, senza diademi, chiaro, inoffensivo: come se ti portassi in un cappello
primule smosse, o mele nella gonna, e ti chiamassi al modo dei bambini: - Guarda che cos'ho qui! – Tutto per te -.
Non dà sollievo il tempo; mentivate dicendo che sarebbe stata breve la mia pena. Lo sento nella pioggia che piange, alla marea che si ritira; sciolte le vecchie nevi ad ogni picco, le foglie dell'altr'anno son fumo sui sentieri; non così per l'amaro della morte, che resta, opprime il cuore, abita in me. Ho paura di andare in troppi luoghi che traboccano della sua memoria. E se respiro in qualche quieta stanza ignota al passo e al volto luminoso, dico "non c'è memoria, qui, di lui" e resto frastornata a ricordarlo.
Io so a che assomiglia il mio cuore dacché hai smesso di amarmi: come uno scoglio cavo cinge un piccolo stagno che gli lasciò la marea, un piccolo tiepido stagno che dai margini al centro si prosciuga