Scritta da: Elena Piccinini
in Poesie (Poesie d'Autore)
Infamia
Il grido selvatico dell'infamia
si strofina sulle lingue
al risveglio dell'alba.
Infamiae fera vox
experrecta alba
in linguis se fricat.
Composta giovedì 10 giugno 2010
Il grido selvatico dell'infamia
si strofina sulle lingue
al risveglio dell'alba.
Infamiae fera vox
experrecta alba
in linguis se fricat.
Ti concedo l'ardire delle parole
ma la tua falsità è scudo di lattimo
Sei strega e nel tuo bamboleggiare
la pelle anserina non è frutto d'incubi...
Tu sei proprio un'oca.
Tibi verborum audaciam concedo
sed peltata vitrea perfidia est.
Striga es et puerorum more lusitans
incuborum anserina cutis fructus non est...
Certa anser tu es.
Occulte me ipsum colligo fragmentum.
Segretamente mi raccolgo frammento.
Fiori d'inverno ho reciso
dagli opachi rami dei ricordi
celati dai vapori dell'umida
e selvaggia nebbia.
Quanti germogli soffocati nella terra!
S'intrecciano i lunghi sospiri
dietro le cortine arrugginite
di un tramonto disincantato.
E sono stagioni di solitudine
le ore spiccate dai lunghi filari
delle mie inquietudini.
Nel grigio mutare della vita
risalgo la sorgente
dell'arcano desiderio.
La Via del Cuore è vicina.
Il fragore delle lettere
sul bianco foglio
adombra la muta purezza
della carta.
Non saranno i miei cupi ricordi,
vessilli della mia coscienza,
a trattenere l'anima
dal cercare la candida porta
nell'ansio petto.
Ogni dolore svanisce
nel mite chiarore
della Via del Cuore.
Tra vertigini celesti
tenui rami d'edera
serpeggiano su tele d'ombra.
Cadono semi di letizia
sul festoso intreccio.
Vibrano le foglie nel tiepido
pulviscolo del meriggio.
Tutt'intorno il tintinnio
è Vita.
Erano le ombre del Caos
tra i fieri monumenti dell'avvenire
petulante e insonne
nel suo assordante mistero.
Caos, incurante dei suoi umili
spettatori, forgiava destini
e mesceva cose pure e impure.
La Terra, sogno serafico, assisteva
esausta, affranta.
Il mondo solo è tempio del Caos.
Vorrei dedicarti una poesia
per illuminare il tuo viso
e vederti felice.
Aspettare il tramonto più sereno
e la notte più solenne
per disegnarti un veliero
nel cielo stellato.
Vorrei ridarti gli anni perduti
e sussurrarti che domani
sarà un giorno diverso.
Chiudi gli occhi, ti regalo un istante.
Il veliero nel cielo spiegherà le sue vele
e ogni stella che incontrerai
sarà il mio pensiero per te
Anima mia.
Il tuo prima è lo specchio dell'esistenza finita
che converge in un vortice la cui luce è il
dopo infinito.
Il grido della civetta sugli embrici
rimprovera al buio il vortice dell'assenza.
Negli occhi il riflesso dell'atavico principio...
La caccia alla preda.