Scritta da: Cosimo Venezia

LA SERA

Dolce stormir d'uccelli
Mi rifuggo nel mio passato
Lampioni illuminano la strada
La vita affannosa sopravvive.

In mezzo a quel canto di Saffo
leggevo parole d'amore e di morte
sofferenza udivo nei suoni artificio;
la finestra m'offriva spettacolo.

Le strade della città illuminate:
dalle torbide vie compiante
osservano la Torre di Babele
ingabbiata a sfiorare il cielo.

E sentendo dolci suoni di cicale,
stormisco tra questi candidi mari,
sorvolo cineree praterie distese
dove giacciono mortali orizzonti.

Caldo come i brividi nella neve
Convogliano rivali sensi del dire
immersi. Nella tacita speranza
di una oscurità silenziosa

sfuggendo a presagi di manifesta
infelicità, si correva

fermi sulla cima d'un colle
al di sotto un immenso mare di nebbia.
Emanuele Hayym Tudisco
Composta giovedì 31 marzo 2011
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