Attraversato dalle stagioni, ti cercavo nel fondo di un bicchiere; sulle venature d'una foglia caduta o accanto a me, convinto di aver captato il tuo odore.
Ho atteso a lungo; giorni, notti, tempo. Ho constatato che invecchiano anche i ricordi. A rammentarmelo, è questo fiato del vento.
Ti troverò la sera, sotto Venere, al mare; prima d'un bacio, udire Chopin - morire.
Abbiate il coraggio di pretendere la vostra felicità, sia essa l'ammirare una luna arancione che sbuca dall'acqua notturna del mare o leggere un libro dinnanzi a un camino bruciante pezzi di legna o rami secchi di vite.
Abbandonatevi al dolce annegare nel caldo e vitale possedersi dei sessi; abbiate il coraggio di domandarvi chi siete e chi o che cosa vi renderebbe felici.
Abbiate il buonsenso di dare a voi stessi un autentico senso. Abbiate scarpe robuste per viaggiare nel mondo e comodi spazi – per far volare le menti.
Binari, lontani. Sembrano fili di lana adagiati al cemento. Trame – di somme nel tempo; di ore sottratte, d'affetti divisi. Fili – di immagini e attese – moltiplicanti.
Lentiggini oro sovrastano me, statico grano che osservo e che ammiro. Protetto mi sento dal vostro guardarmi, più siete e più godo di mille attenzioni. Vi guardo, vi parlo, vi scelgo e vi imploro; vi prego, vi studio e mi addormento beato. Se nulla possiedo, è a voi che appartengo.
Cerco quei palpiti di silenzio conosciuti con te. Desidero ancora quegli amen d'amore. Intorno – trovo corpi già morti indesiderabili e fatui privi di luce.