Scritta da: Federico Caruso
in Poesie (Poesie personali)
Estasi
La luce radiosa della primavera
catturò le anime perse.
Assorto il cielo in un lind'oro di beltà
così distinta la natura soave.
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La luce radiosa della primavera
catturò le anime perse.
Assorto il cielo in un lind'oro di beltà
così distinta la natura soave.
Bellezza ineffabile
sempiterna gioia
credendoti sovente più vicina.
Porto d'affanni
pace resopita.
Il mar d'inverno con le sue
burrasche mi fa trasalire.
Il mar d'agosto, placido
e armonioso mi rapisce l'anima...
"Mare mare, ma perché non m'inghiotti
con i tuoi flutti mi trascini su isole caraibiche"?
Niente più eros, solo epos.
Mare come sei vitale
Già a maggio t'assaporo
passeggiando sulla proda,
Racchiudendo un segreto
consumandosi sotto gli abissi
intrecciarsi di pensieri.
Camminando sotto la pioggia
ho dissolto i miei umori.
Sotto questo cielo plumbeo
catturai le luci delle vetrine
il neon di lampioni.
Cambia aspetto la città
la pioggia fine che stilla
tenue sulla verzura.
La natura è contenta;
un effluvio vitale ha ridato
linfa alle sue radici
Contraddizioni
In filigrana osservar la vita
quante le contraddizioni,
nonsense [...]
Non seppi mai cosa fu il vivere
In apparenza intuì l'avvilupparsi
dei fenomeni indistinti, sensi illogici
Il male di vivere spesso ho incontrato (sic)
Lo incontrai veramente per lunghi anni
Complessi dell'anima immerso nei
meandri oscuri della mente
approssimativamente valutare
ciò che in realtà potrà accadere.
Il solito domandarsi
abbandonarsi alle certezze
Quanta nostalgia...
Il dileguarsi degli anni
la lotta tra l'ideale e il reale.