Sussuralo al vento custode e messo il tuo pensiero di me, ch'io l'attendo in un silenzio atroce, speme l'origliare la brezza, mentre il tempo scorre ad ansimare il desiderio e rincorrere l'oblio. Sarà, che del respiro tuo, ne patisco il digiuno.
Quanti occhi e perché per entrare dentro senza bussare trovando vuoti e te senza veli a sfogliare il mio tempo come una margherita petalo dopo petalo attimo dopo attimo "zucchero o fiele".
Soffio di brezza a sospirare per la calura, e attimi distesi al sole dalla salsedine cosparsi dopo la frescura del mare mi riconducono al senso di te muta e lontana.