Ovunque vai, lontano, irraggiungibile, in questo tempo dissolto. Ovunque sei, con occhi d'amore, con spade scintillanti nello sguardo strafatto. Ovunque tu, nel vento e nel dolore, con parole d'amore sulle labbra.
Stordirsi, come sola opportunità per mettersi al riparo dall'alienazione del quotidiano e da un detestabile sopravvivere. Stordirsi di pure emozioni, intense come orgasmi, per vivere in quanto emozione e liberarsi dalla sensazione nauseabonda di una realtà incolore. Stordirsi per sognare di essere liberi, vincolandosi sempre più, ancor di più, alla schiavitù.
Sentirsi come un giradischi antiquato, ma ancora funzionante, che nessuno ormai utilizza. Sentirsi come una chitarra datata, a tutt'oggi accordata, dimenticata in un vecchio baule in soffitta. Sentirsi come un terreno inaridito, sul quale nessuno vuol camminare.