Scritta da: Francesco
in Poesie (Poesie catartiche)
Visione senza verbo
L'alba sulla riva
dal corpo, disteso
spasmi di mani
La superficie, una carezza
lieve increspatura
flebili cerchi
Leggero un airone
in volo.
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L'alba sulla riva
dal corpo, disteso
spasmi di mani
La superficie, una carezza
lieve increspatura
flebili cerchi
Leggero un airone
in volo.
... perché mi respingi
da dentro di te
dalle ginocchia mi spingi lontano
dove il rumore della tua incomprensione
è più forte, continuamente.
Padre di me e di tutti
tuttti ci rinneghi, nel freddo
soffochi chi ritorna.
Ti minaccia il cielo, povero padre
ma io del cielo non mi curo
morirò con te che amo
tornando in te.
Divorarle non appena
la loro anima nuda
abbia raggiunto il centro del mio essere
il nucleo di ogni moralità
e di ogni perversione.
Abbandonarle, poi,
più ricche di preziosa
disperazione
di sordidi, voluttuosi, angosciosi
ricordi di cui il mondo
si vergogna e di cui
esse, come anch'io
soffriremo per sempre
l'atroce privazione.