Mangeremo nello smog tanto la fame non sente il piombo dei fumi. Sia cielo anche l'azzurro dei neon, quando alle gambe daremo passi sui prati sintetici, presi per mano a calpestare liberi, forse ignari, l'indifferente scarto tra il vero naturale e il finto artificiale delle cose, delle case delle suole sotto di noi, incluso il cuore, involontario battitore.
Tu con me, non è lo stesso senza. Posso raggiungerti con il dire, ma il silenzio supporta meglio la mancanza. Ospita pure le chiacchiere con la stessa premura che hai per gli abbracci, anche loro hanno bisogno di passare il tempo. L'inviolabile tempio tornerà a celebrare nel corpo sacro nuovi riti. Narrazioni di questo tempo, i pieni e i vuoti che non sanno capire cosa siamo, quando siamo assenza.