Scritta da: arcfra
Arrivederci papà
Rinchiuso qui,
in questa stanza buia,
sforzandomi di ricordare.
Grande è la rabbia verso me stesso.
Maledetta questa mia corta memoria.
Mi giro e mi rigiro. tengo ben stretta tra le mani la testa ma niente...
nessun chiaro segnale del tuo passaggio nella mia vita.
Ho smarrito quasi tutti i pezzi.
Il ricordo di te, è un mosaico che non riesco più a ricostruire.
Sto qui fermo, immobile sull'orlo di questo immenso vuoto lasciato dalla tua improvvisa scomparsa.
È vero, un quarto di secolo è passato. Sembra tanto lo so.
Eppure ho sempre l'impressione di essere lì,
in quel preciso istante.
Proprio lì fermo su quel divano mentre ignaro, impotente, quasi incosciente ti guardavo morire.
ancora risuonano nella mia mente le grida strazianti della mamma che accompagnavano quell'ultimo immobile tuo sguardo;
quel lento ed inesorabile chiudersi per sempre dei tuoi occhi.
Quel viso improvvisamente pallido e sereno.
Adesso di te, mi resta soprattutto ciò che mi racconta chi ti ha conosciuto.
da ciò che dicono di te, eri un grande uomo.
Probabilmente quand'eri qui non te l'ho mai detto, ma un po' ti temevo papà.
Il tuo studio sempre pieno di lettere, faldoni, libri e giornali sembrava un tempio inviolabile.
Certo, dovevo proprio amarti visto che da quando non ci sei più ho sempre avuto come l'impressione di vivere per metà.
Il ricordo più grande che ho di te è quel tuo particolare modo di bussare alla porta di casa.
Quel rumore sul vetro,
ed io che di corsa scappavo dal letto per venirti incontro.
Quante notti ho lottato con la stanchezza per aspettare il tuo ritorno.
Quante mattine mi son svegliato deluso dall'aver ceduto al sonno.
forse è per questo che ancora faccio fatica ad andare a letto.
La mamma ha sempre cercato di nascondere a me stesso il mio dolore.
ma è stato inutile, prima o poi ci si deve trovare da soli faccia a faccia con questa tragica realtà.
E non importa quanto tempo sia passato,
non importa quante cose siano cambiate;
non importa che i ricordi comincino a mancare portati via dal tempo così come le foglie ingiallite, dal vento d'autunno;
non importa quante strade si siano percorse,
non importa quante volte si sia cambiato direzione,
prima o poi sull'orlo di quel vuoto che diviene sempre più immenso quanto più si cerca di evitarlo, ci si deve trovare.
Ed allora si rimane come in bilico.
Cambiar strada più non è possibile, indietro non si può tornare.
Non puoi più scappare.
è lì, proprio davanti a te.
Ormai è un precipizio che fa ancora più paura.
Guardare in basso cercando di non cadere diviene sempre più difficile.
Ma la maturità che il tempo ti dona, ti fa capire che adesso devi fermarti, farti coraggio, respirare forte e superare questo vuoto non lasciandotelo alle spalle ma semplicemente ridimensionandolo al punto tale da poterci tranquillamente convivere.
Caro papà, ti giuro che lo sto facendo, ci sto provando in tutti i modi. cerco di stringere i denti e non mollare. è una cosa che sento di dover fare per onorare la tua memoria che sembra volermi sfuggire.
La mia stupida mente ha reso il ricordo di te, come di un gigante, troppo grande per poter trovare ancora posto nel mio cuore.
Adesso ho deciso, non voglio dimenticarti e non voglio nemmeno smettere di amarti.
Non posso più accontentarmi di ricordarti per quello che gli altri mi dicono di te. voglio solo e semplicemente ricordarti così come il mio cuore da sempre mi suggerisce:
il più grande, bello, dolce, forte e meraviglioso papà del mondo.
ed è a questo ricordo che mi richiamerò ogni volta che guardando dritto negli occhi i miei figli e accarezzandoli delicatamente, gli sussurrerò tutte quelle dolci frasi che a me il tempo ha negato.
arrivederci papà.
Composta giovedì 4 agosto 2011