Così
mi piaci come sei
bella
da non toglierti
di dosso gli occhi
mai
così sempre diversa
quanta curiosità
mi dai
ricerca d'infinito
sei
la tua essenza
da vita ai giorni miei.
L'arcigno inverno
digrigna ancora i denti
e con sé non ha
valigia
tende tranelli
alle nubi di passaggio
coprendole con un'immensa
rete grigia
facendo creder loro
d'esser le più belle
anche senza sole
colpite da quelle parole
quasi incantate stanno ad ascoltare
e
non s'accorgono
che piano piano
cominciano a gelare
allora infreddolite
per scaldarsi vorrebbero danzare
ma nella rete
non lo possono fare
capiscono l'inganno
si lasciano morire.
Comincia a nevicare.
Un sospiro risvegliato
da
una tenera carezza
uno sguardo
quello sguardo
la tua splendida bellezza.
Metto in riga le parole
tra gli apostrofi
e
gli accenti
molte sono puntuali
e
ubbidiscono prestanti
come fanti sull'attenti
altre invece latitanti
si
nascondono
per gioco nelle stanze della mente
le ritrovo poi
dormienti mentre bussa la mattina
e mi dicono
siam qua
volevamo venir prima
ma ci siamo soffermate
a
giocare con la rima.
Ti guardo
mentre sbottoni dolcemente
i tuoi pensieri ad uno ad uno
lasciandoli cadere a terra
poi lentamente
fai scivolare il giorno
che ruba ancora un po di te
accarezzandoti le spalle
e si addormenta
prima d'incontrar le stelle
mi vieni incontro
mi baci
mentre sta tramontando il sole
che
vedendoti arrossisce
esternando il suo stupore
colpito dal tuo magico
colore
e ascolta il silenzio
parlare d'amore.
Quel velo di seta
che indossi da sempre
protegge il tuo corpo
dall'aratro del tempo
colori di gioia sul volto
e
un sorriso mai spento
sinuose le curve
tra
i sospiri del vento.
Che bella la vita
che bello scoprir
che
sei tu
quel momento.
Sentivo che quell'ombra
colorata accanto a me
non era mia
sapore ricorrente parte integrante
della mia fantasia
semplicemente attratto
affascinato
come una musica
quando ti porta via.
Ho sempre saputo
che l'ombra colorata
accanto
a me
non era mia.
Era la tua.
I piccoli angioletti
armati d'arco e frecce
si celano ai miei occhi
tendendomi tranelli
sono così veloci
che paiono fringuelli.
E appena sono allo scoperto
mi combinano un simpatico
pasticcio.
Le loro frecce rivestono il mio cuor
che sembra un riccio.
Immagina
quando la pioggia
bagna i tuoi fiori
l'acqua li bacia
li disseta li accarezza
ammorbidisce
il loro giaciglio
solletica radici
e
scende
senza far rumore
portando dietro sé
piccoli frammenti
del fiore
fino a straboccar dai sottovasi.
Frammenti di te straboccano
dalle mie frasi.
Amo sostare
sui gradini del tempo
tra facce marmoree
e
ringhiere di fretta
non salgo non scendo
non faccio
un bel niente.
Non sento nemmeno
che mi calpesta la gente.