Cancelli
Vago senza meta per queste strade strette e scure
sapendo solo che non mangerò neanche oggi
non perché son pieni tutti i ristoranti,
ma perché han chiuso quei cancelli arrugginiti.
Arrivo chissà come a questo mare immoto e scuro
sapendo che neanche oggi partirò in vacanza
non perché viaggiano pieni tutti gli aeroplani,
ma perché han chiuso quei cancelli arrugginiti.
Poi, senza rendermene conto, finisco per giungere
comunque a quei cancelli per sempre chiusi
di questa vecchia fabbrica per sempre chiusa,
anche se so che nessuno li aprirà mai più.
E mi vien voglia di dare un calcio a questi cancelli chiusi,
di sparire in queste strade strette e scure,
di annegare dentro questo mare immoto e scuro,
per scordare quante gocce di sudore
e quante lacrime sono passate da quei cancelli,
di scordare persino il mio nome, la mia identità
e il mio lavoro dentro quella fabbrica
che mi ha consumato il corpo e fottuto l'anima.
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