A darmi i brividi non è la brezza dicembrina che gioca con i miei capelli e porta con sé profumi di natura sopita.
È la loro mancanza. È l'alzare gli occhi e non vederle. Vedere un'immensa distesa scura su di me.
Mi sta schiacciando.
Nuvole leggere e buie vagano sospinte dal vento. Sono veloci, vaporose e buie.
Non per la notte che avanza.
Sono scure perché devono nascondere qualcosa. Devono nascondere loro. Non vogliono mostrarle a nessuno. Non vogliono mostrarle a me.
Perché?
Io voglio vederle, voglio parlare con loro. Con le mie amiche.
Eppure lo so che ci sono.
Sono solo coperte. Bisogna solo aspettare che le nuvole si stanchino di giocare tra loro e, seguendo l'alito che muove la natura, vaghino verso altre mete.
Verso altri cieli.
E io intanto aspetto.
E rabbrividisco sempre di più, il freddo notturno mi fa compagnia. Lontano un cane ulula, forse anche lui ne sente la mancanza.
E ad un tratto la vedo.
Non è un miraggio. È lei. Bella, allegra, luminosa.
Una stella.
Un sorriso increspa le mie labbra, una lacrima nasce tra le mie ciglia. Una mano corre ad asciugarla.
La ferma.
Non rovinare questo atto magico. Lei e io, nient'altro. Lei è qui, per me.
Lo so.
E la ringrazio per questo. È arrivata, ha vinto le nuvole per me. Solo per me.
E le parlo.
Le racconto di me, i miei sogni, le mie aspirazioni.
Lei sa tutto di me,
e nonostante tutto mi ascolta, mi consiglia, ha sempre una parola carina per me.
E a me piace parlarle
Perché tra amiche non ci sono segreti.
Lei sa anche che la invidio, la invidio perché sta lì, cucita in quello scuro telo sopra di me.
Sopra ognuno di noi.
La invido perché ha trovato il suo pezzetto di cielo. È nata attaccata a lui. E non lo lascerà mai.
Lo so,
prima o poi troverò anche io il mio pezzetto di cielo. E quando l'avrò trovato non lo lascerò per niente al mondo.