Tenere tra le dita, come trofeo di agone ellenico, una vecchia foto ingiallita, impressionante antichi ricordi; scorgere la figura di un uomo sereno, ma provato, accanto a compagni di disavventure belliche.
Ancora un'altra immagine, partorita dalla mente, un uomo dalle calde, rassicuranti, mani che stringe le mie; in fila con un'umanità in ecumenica preghiera, sullo sfondo, il Papa Buono, salito alla destra del Padre.
Percorsi della memoria volteggianti e roteanti si posano sui suoi occhi, di certo, una volta, seducenti intrisi di storie difficili e di un unico amore profondo ingombri di tragitti dell'anima robusti e coerenti.
La sigaretta, sul banco di lavoro, si spegne lentamente e i miei occhi di bimbo ti osservano sognanti; grande piccolo uomo nell'era dei miei turbamenti puberali, approdo confortante per i miei traguardi conquistati.
Poco incline al sorriso, sempre pronto al sostegno, concreto nei tuoi giorni maturi, attento e premuroso, parsimonioso nelle scelte e negli impegni costosi, generoso nel regalarmi complici silenzi assordanti.
Grazie padre eburneo nei miei giorni contorti e difficili, grazie padre, timoniere delle mie scelte importanti mi hai elargito e regalato il tuo esempio costante ti devo un immenso, riconoscente, abbraccio profondo.
Betlemme di notte ricolme le vie di odori d'oriente ti ho vista, di notte, non sembravi davvero una città speciale.
Sapere che sei stata scintilla di vita mi porta a meditare un mistero profondo speranza del bene che vince sul male culla di raffia, di paglia e d'amore.
Giuseppe ti vedo incredulo, ma certo, che il bimbo che nasce sconfiggerà il dolore; Maria ancella di un Dio prepotente offri tuo figlio all'umanità con gioia, sorpresa e sofferenza.
Natale quest'anno non è come sempre sento una voce che sorge di dentro vedo una luce nel buio dell'esistenza indicare la via a tutta la gente.
Vi voglio, qua intorno, a pregare per il mondo; un sentimento immenso rivolto a chi è solo. Un augurio infinito di pace a chi sa solo odiare; un sacro oroscopo antico ci prometta unione e serenità.
Primo canto del gallo suono melodico che accompagna le tenebre e le spinge, come un aratro, a formare fertili solchi sul terreno arido. E lasciano il passo alla luce del giorno. Secondo canto del gallo ha il suono diverso delle lingue diverse, aspre e contratte, segno delle contraddizioni di una città, benedetta e maledetta, ad un tempo, che ho apprezzato e sopportato come viandante di un paese lontano. Ha il sapore diverso, dei cibi diversi, mai delicati al palato, decisi e ammiccanti, giunti al mio gusto europeo. Terzo canto del gallo... richiamo forte al tradimento, vergogna per le mie scelte, disagio sulla mia vita. Come novello Pietro a Te, Signore, affido la mia barca, le mie reti, il mio cuore.
Cerca dietro l'angolo dei tuoi sogni scava le miniere delle tue certezze hai provato a far volare le tue fantasie hai traversato l'oceano dei tuoi sensi?
Cerca nel pozzo dei tuoi desideri attingi dalle tue occasioni quotidiane hai trovato le chiavi della tua vita o hai serrato i tuoi segreti giù in cantina?
Cerca nel profondo dei tuoi pensieri rinnova il guardaroba della tua anima hai sperato che il tuo tempo fosse un altro o rincorri improbabili meteore dell'infinito?
Lascia libero un angolino del tuo cuore accanto al camino per scaldarti quando è sera quando una canzone ti farà piangere di notte e una candela ti muore dentro lentamente.
Tralci d'uva riflettenti gocce di sole dorato, spicchi di spiaggia che ingoiano onde salmastre; visione eterea di giorni trascorsi e mai persi, cullati e risucchiati da profondi pensieri.
Specchi, opachi, nascondono recondite passioni e riflettono, pur tuttavia, insensati tormenti... antiche vestigia ricoprono barocche sensazioni; tappezzano contrastate e discordanti note di ieri.
Si fa tenue il ricordo di turbe adolescenziali, di sguardi fuggenti e di ombre invadenti. Si fa dolce, ora, un'antica cicatrice dell'anima. E ripercorre una strada lastricata d'immenso.
Le onde del tempo rosicchiano la riva le nubi del cielo accorciano il giorno i giorni impietosi galleggiano sul lago gli impulsi sbiaditi avviluppano le membra.
Il mistero del domani sfida le coacerve certezze il dubbio si insinua negli ordinati interstizi l'ansia dell'incompiuto prevale sul finito l'angoscia dell'infinito sussurra aliti di Dio.
Età di mezzo che si stacca dal passato fatica sui tornanti faticosi del presente voglioso ancora di un traguardo vincente all'idea del ritiro esplode un sussulto di vita.
Segui una luce che illumina la tua strada forse è un po' flebile e tremolante ma per te sia una fiaccola olimpica è la mano di tuo padre che ti stringe caldamente.
Le parole che affido al vento stamattina ti accompagnino come un amuleto africano forte, tenero, terso e diamantino ti sia il mio canto interiore e inespresso.
La vita t'insegni a sopportare il peso delle tue paure le sensazioni intense rivestano i tuoi sogni le carezze non date colmino i tuoi giorni dai silenzi tra noi scaturiscano rumori profondi.
Dolce ti sia uno sguardo mai incontrato fecondo il calore di un abbraccio abbozzato prendi del mio cuore gli angoli più duri e smussali con la certezza di un amore profondo.