Poesie di Giovanni Zannin

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Patibolo

Io non ho più forze e ho sofferto.
Ho chiesto aiuto a qualche
spettro rintanato nell'aria.
Ho sentito un dolore soffocarmi.
Mi son chiesto se era giunta la mia ora.
Non vedevo nessuno attorno a me,
non sentivo treni
né donne al mercato.
Come potrò
ora
vedere al di là?
M'ha fatto male
sentire quelle confessioni.
Pugni al futuro
senza più emozioni.
Giovanni Zannin
Composta giovedì 31 dicembre 2009
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    Sonnecchia la Sfortuna

    Putrido è il germe
    contaminatore del dolore
    mio rimbombante.
    S'abbeve di linfa potente
    lo spirito mio
    per poi dissiparsi
    in forza vitale,
    come vaso di crusca
    nel suicidio fatale.
    Sonnecchia la Sfortuna:
    l'insolubile dubbio.
    Eppure mai ad essa
    ho mancato di rispetto.
    Il mio saluto ormeggiato
    era intimo assai.
    Pregievole l'insediarsi suo
    nel mio verde giaciglio
    di ghiozzi e spicchi di sbadiglio:
    è manna di gioie.
    Giovanni Zannin
    Composta giovedì 31 dicembre 2009
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      Isolamento

      Riempio di lacrime
      le mie nostalgie
      e vago nei sogni
      cosparso di litanìe.
      La penna difende
      le mie paure
      e vedo sirene
      profumarsi d'avventure.
      Mi narra un giacobino
      le sue rivoluzioni
      e rido per le mie
      zingare emozioni.

      La spiaggia è vedova
      di artisti bucanieri.
      Piange, piange la sua anzianità.
      Io ricevo lettere dal vento.

      La sabbia è piena
      di polpette ricamate.

      Cuce, cuce i suoi peccati.

      Io nascondo pensieri in una conchiglia.
      Giovanni Zannin
      Composta giovedì 31 dicembre 2009
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        Fenice

        Le rosee effusioni
        del candido bacio
        si schiudono lente
        nel tormentoso silenzio.
        Fa da cornice una malizia argentata
        dove petali e foglie
        si sciolgono al vento
        e profumano l'aria.
        Un soffocante piacere
        rinasce dagli Inferi sguardi.

        È forse fermo il tempo
        nel labirinto del flamengo
        che disperde sogni e peccati?
        L'insigne attrazione
        è sottile come sabbia
        e chiusa nel calore.
        Voci cobalte che bevono il nettare
        ardente, loro caro.
        Va fenice, sul seno trasgressore
        e come cetra di pintor
        nel fascino selvaggio.
        Giovanni Zannin
        Composta nel novembre 2009
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          Ridendo

          S'espande il sorriso e bacia la gioia,
          colora il sereno scacciando la noia.
          Gli occhi si schiudono, sono petali nuovi:
          incanto e dolcezza appena li muovi.
          Vicoli rosa e valli argentate,
          schiacciano a calci lacrime asfaltate.
          La luce s'immola nel caro mattino,
          colpendo gli amanti con balzo felino.
          Siamo puri e vicini come fiori di ciliegio,
          sicuri che ridere è motivo di pregio.
          Giovanni Zannin
          Composta giovedì 19 marzo 2009
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            Bagliore

            Squarcia il cielo il suo sorriso,
            sprigiona luce incandescente su tutto il viso.
            Tempesta il cuore con i suoi battiti di gioia
            e conquista l'anima per entrare nella Storia.
            Affonda le sue dita piene di passione
            e punge alle spalle come un calabrone.
            Strappa a morsi le stoffe del mio amore
            e irradia i giorni con sospiri e furori.
            Giovanni Zannin
            Composta venerdì 20 marzo 2009
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              Sognando

              Lucidare lo specchio dell'anima
              quando pensavi che lei sarebbe stata l'ultima.
              Lucidarlo ogni notte, ogni volta che non puoi averla accanto
              sapendo che daresti tutto per vederla anche solo un momento.
              Fissare lo specchio e allo stesso tempo
              trovarsi in un altro spazio,
              lontano dalla noia e dall'ozio.
              Lucidare lo specchio dell'anima
              quando hai ruggine nel cuore.
              Lucidarlo ogni notte, ogni volta che non puoi darle un bacio
              sapendo che daresti tutto per eliminare questo strazio.
              Fissare lo specchio e allo stesso tempo
              trovarsi tra le galassie,
              lontani dal mondo ma tra centro delizie.
              Giovanni Zannin
              Composta venerdì 20 marzo 2009
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