in Poesie (Poesie personali)
Per sette lunghe ore
Per sette lunghe ore
ha pianto la
mia mente.
Le spade dell'amore
m'hanno
punto
dolcemente.
Composta giovedì 31 dicembre 2009
Per sette lunghe ore
ha pianto la
mia mente.
Le spade dell'amore
m'hanno
punto
dolcemente.
Io non ho più forze e ho sofferto.
Ho chiesto aiuto a qualche
spettro rintanato nell'aria.
Ho sentito un dolore soffocarmi.
Mi son chiesto se era giunta la mia ora.
Non vedevo nessuno attorno a me,
non sentivo treni
né donne al mercato.
Come potrò
ora
vedere al di là?
M'ha fatto male
sentire quelle confessioni.
Pugni al futuro
senza più emozioni.
Putrido è il germe
contaminatore del dolore
mio rimbombante.
S'abbeve di linfa potente
lo spirito mio
per poi dissiparsi
in forza vitale,
come vaso di crusca
nel suicidio fatale.
Sonnecchia la Sfortuna:
l'insolubile dubbio.
Eppure mai ad essa
ho mancato di rispetto.
Il mio saluto ormeggiato
era intimo assai.
Pregievole l'insediarsi suo
nel mio verde giaciglio
di ghiozzi e spicchi di sbadiglio:
è manna di gioie.
Riempio di lacrime
le mie nostalgie
e vago nei sogni
cosparso di litanìe.
La penna difende
le mie paure
e vedo sirene
profumarsi d'avventure.
Mi narra un giacobino
le sue rivoluzioni
e rido per le mie
zingare emozioni.
La spiaggia è vedova
di artisti bucanieri.
Piange, piange la sua anzianità.
Io ricevo lettere dal vento.
La sabbia è piena
di polpette ricamate.
Cuce, cuce i suoi peccati.
Io nascondo pensieri in una conchiglia.
È spento il paese,
oscilla la notte,
la morte abbassa
finalmente
i suoi dannati fari.
Non voglio dormire,
musica e pace,
il riflesso del mio sorriso
dopo tutto
è più forte della vita.
Le rosee effusioni
del candido bacio
si schiudono lente
nel tormentoso silenzio.
Fa da cornice una malizia argentata
dove petali e foglie
si sciolgono al vento
e profumano l'aria.
Un soffocante piacere
rinasce dagli Inferi sguardi.
È forse fermo il tempo
nel labirinto del flamengo
che disperde sogni e peccati?
L'insigne attrazione
è sottile come sabbia
e chiusa nel calore.
Voci cobalte che bevono il nettare
ardente, loro caro.
Va fenice, sul seno trasgressore
e come cetra di pintor
nel fascino selvaggio.
S'espande il sorriso e bacia la gioia,
colora il sereno scacciando la noia.
Gli occhi si schiudono, sono petali nuovi:
incanto e dolcezza appena li muovi.
Vicoli rosa e valli argentate,
schiacciano a calci lacrime asfaltate.
La luce s'immola nel caro mattino,
colpendo gli amanti con balzo felino.
Siamo puri e vicini come fiori di ciliegio,
sicuri che ridere è motivo di pregio.
Squarcia il cielo il suo sorriso,
sprigiona luce incandescente su tutto il viso.
Tempesta il cuore con i suoi battiti di gioia
e conquista l'anima per entrare nella Storia.
Affonda le sue dita piene di passione
e punge alle spalle come un calabrone.
Strappa a morsi le stoffe del mio amore
e irradia i giorni con sospiri e furori.
Lucidare lo specchio dell'anima
quando pensavi che lei sarebbe stata l'ultima.
Lucidarlo ogni notte, ogni volta che non puoi averla accanto
sapendo che daresti tutto per vederla anche solo un momento.
Fissare lo specchio e allo stesso tempo
trovarsi in un altro spazio,
lontano dalla noia e dall'ozio.
Lucidare lo specchio dell'anima
quando hai ruggine nel cuore.
Lucidarlo ogni notte, ogni volta che non puoi darle un bacio
sapendo che daresti tutto per eliminare questo strazio.
Fissare lo specchio e allo stesso tempo
trovarsi tra le galassie,
lontani dal mondo ma tra centro delizie.