Generatosi tra i rovi del peccato smaliziato e le insidie, il loro sentimento s'accrebbe involontariamente, gentilmente, imprudentemente, sino a radicarsi alle più ostiche delle pendici umane; gli antipodi del raziocinio. Così si nutrirono di un affetto proibito e tagliente, senza curarsi del cinismo con cui per tempo si diedero battaglia l'un l'altra. Quanto solida divenne poi la comunione delle loro esistenze! Gli animi infetti e dolenti a vicenda si leniscono grazie a un breve e sincero tocco, con l'accigliarsi di abbracci teneri e infiniti, dall'astrattezza quasi mortificante.
Protetti dalla premura del sole s'amarono teneramente; avvinghiati tra pelle, anima e sabbia s'amarono. Di sale e di vento divennero, lungo il dorso marittimo di un mondo cronicamente prodigo d'odio. Innegabilmente ed a lungo s'amarono, d'una frastornante bellezza, ammirabile.
Risuonan pietose le odi del cuore, d'un sottile ed amaro timore si marcano. Infettato il nucleo del sentimento ogni brezza schiaffeggia il coraggio, ogni luna percuote il sereno. Beato chi mai ha conosciuto il tremore d'un bacio temuto, poiché mai ha covato in petto la paura d'amare.
Grano nei tuoi occhi, impreziositi d'oro ad ogni inizio d'estate, copiosi, selvaggi; vi si riflette l'afa sfiancante dei meriggi d'agosto, la luce fioca ma audace delle sue albe. Se sorridi s'apre il mondo, in un magnifico ventaglio di tinte calde che ricordano i Balcani. Che ardore, i tuoi sospiri! Alle mie orecchie essi possono guidare perfino l'universo intero, senza indugio.
Inconfondibilmente melodico il ritmo dei loro sguardi che amandosi divengono di porpora, di sale, d'erba. Racchiudono segrete in loro innumerevoli tra le meraviglie del mondo; parlano d'oceani, di foreste, divengono cielo. L'impossibile, l'eterno, il tutto, quando s'amano con gli occhi sono per loro a portata di mano.