Parlami... parlami ancora Di un abito bianco, di capelli al vento, Del suono di un organo in chiesa. Parlami... parlami ancora Del primo vagito, del primo sorriso Degli occhi più dolci e più belli. Parlami... parlami ancora Di Venezia e del tramonto in laguna Di Atene e del mare più azzurro. Parlami... parlami ancora Di occhi di bimba, di piccole tenere mani Di sorrisi appena accennati, momenti di gioia. Parlami... parlami ancora Di una possibilità, di un momento Di un abbraccio voluto, di vera poesia. Parlami... parlami ancora Parlami amore mio Parlami della morte.
I tuoi occhi che guardano il cielo di quest'automobile. Un sorriso, ma troppo lieve. Labbra pronte per aprirsi a parlare in un'ondata di parole, a diventare rumore, a dividersi in polvere senza colore. I tuoi occhi nei miei, la mia ombra sul tuo viso e sassi intorno a formare un muro. E il cielo sopra, le stelle, un'erba nera nella notte, umida e profumata, un temporale, lontano sul mare e il tuo profumo, il tuo sguardo. E il giorno dopo sorrisi, applausi, parole... ma poi la gente che ne sa.
Sarebbe stato meglio... Il tuo maglione per me ed hai freddo. Un capello alla pagina 99 e guardarlo, a volte e sfogliare tutti i fogli e leggerli come insieme
Sarebbe stato più giusto... e non è successo nulla e il tuo sorriso, le tue corse ed essere vivi, liberi. Al buio cercare un sentiero al sole perdersi fra i susini e prendersi in giro nel volersi bene.
Sarebbe stato più vero... e volerti offrire di più e non potere per i domani troppo lontani per cio che è vero per cio che non amo e non avere neppure il coraggio di dire