Se un giorno chiuderò la porta dietro di te è perché tu rimanga. Girerò la chiave nella toppa e la lascerò dondolare appesa agli scontri. Le sete scivoleranno dal mio corpo di latte e tu mi spalmerai d'unguenti senza vedere. Lini bagnati sulla mia fronte muta e ti guarderò febbricitante per scoprirti.
Di mano in mano di verso in verso ho ritrovato le palpebre socchiuse e le foglie stagliate su scuro tronco in un autunno novembrino. L'umidore mi coglie un'allegria. Con le scarpe basse solco il ponte di ferro che mi porta diritto alla stazione. Fermo il tempo e nel tempo uno spazio troppo grande. Parto dalla stazione di partenza, arriverò all'inverno di nevi candide nell'assenza di fanghiglia.