Poeta, scrittore, aforista e filosofo, premio Nobel per la letteratura, nato lunedì 2 luglio 1877 a Calw, Württemberg (Germania), morto giovedì 9 agosto 1962 a Montagnola (Svizzera)
Zum Wein, zu Freunden bin ich dir entflohn, Da mir vor deinem dunklen Auge graute, In Liebesarmen und beim Kiang der Laute Vergaß ich dich, dein ungetreuer Sohn.
Du aber gingest mir verschwiegen nach Und warst im Wein, den ich verzweifelt zechte, Warst in der Schwüle meiner Liebesnächte Und warest noch im Hohn, den ich dir sprach.
Nun kühlst du die erschöpften Glieder mir Und hast mein Haupt in deinen Schoß genommen, Da ich von meinen Fahrten heimgekommen: Denn all mein Irren war ein Weg zu dir.
Fuggendo da te mi sono dato ad amici e vino, perché dei tuoi occhi oscuri avevo paura, e nelle braccia dell'amore ed ascoltando il liuto ti dimenticai, io tuo figlio infedele.
Tu però in silenzio mi seguivi, ed eri nel vino che disperato bevevo, ed eri nel calore delle mie notti d'amore, ed eri anche nello scherno, che t'esprimevo.
Ora mi rinfreschi le mie membra sfinite ed accolto hai nel tuo grembo il mio capo, ora che dai miei viaggi son tornato: tutto il mio vagare dunque era un cammino verso di te.
Ma la cosa migliore non furono quei baci e neppure le passeggiate serali, o i nostri segreti. La cosa migliore era la forza che quell'Amore mi dava, la forza lieta di vivere e di lottare per lei, di camminare sull'acqua e sul fuoco. Potersi buttare, per un istante, poter sacrificare degli anni per il sorriso di una donna: questa sì che è felicità, e io non l'ho perduta.
So quello che dirmi vorresti in quest'ora... Non dirlo! Guarda laggiù il fondo dello stagno che si fa cupo e come si rincorrono le nuvole specchianti sul velluto nero... Non dirlo! Questa è una mala notte. Lo so, in quest'ora infuria nel profondo del tuo petto tutto ciò che ti preme. Non chiedere! Sulla tua bocca indugia ancora la parola che ci fa infelici... Non dirla! Questa è una mala notte. Me lo dirai domani. Non lo sappiamo, chissà forse domani tutto sarà miracolosamente facile ciò che oggi nessun cuore può sopportare, ciò che oggi mi rende tanto infelice. Non chiedere! Questa è una mala notte.
Si chiama Amore ogni superiorità, ogni capacità di comprensione, ogni capacità di sorridere nel dolore. Amore per noi stessi e per il nostro destino, affettuosa adesione a ciò che l'Imperscrutabile vuole fare di noi anche quando non siamo ancora in grado di vederlo e di comprenderlo.
Quando mi dai la tua piccola mano Che tante cose mai dette esprime Ti ho forse chiesto una sola volta Se mi vuoi bene? Non è il tuo amore che voglio Voglio soltanto saperti vicina E che muta e silenziosa Di tanto in tanto, mi tenda la tua mano.
Io lupo della steppa trotto solo solo, nel mondo ormai di neve bianco... Dalla betulla scende un corvo stanco, ma non vedo una lepre, un capriolo! Oh come voglio bene ai caprioli! Poterne trovar uno, oh bella cosa! Vi affonderei la bocca mia bramosa: non v'è nulla che tanto mi consoli. E con amor e affezion sincera, delle tenere carni farei strazio, finché di sangue veramente sazio a urlare andrei dentro la notte nera. Anche una lepre basterebbe, via! Dolce ha la carne pel mio gusto bruto... Possibile che tutto abbia perduto quel che abbelliva un dì la vita mia? È grigio ormai della mia coda il pelo, e già la vista mi s'annebbia e oscura, sono anni che mia moglie è in sepoltura, ed una lepre, un capriolo anelo. Vado a caccia di lepri, trotto e sogno all'invernale sibilo del vento, e ingozzo neve, neve, finché ho spento la mia sete, e do l'anima al demonio.
Che tu voglia fermarti da me dove è tanto oscura la mia vita e fuori le stelle si affrettano e tutto è uno scintillio, che tu conosca della vita un centro del movimento, fa di te e del tuo Amore per me, uno spirito buono. Nella mia oscurità percepisci la stella tanto nascosta. Con il tuo Amore mi ricordi il dolce cuore della vita.
Farfalla azzurra Piccola, azzurra aleggia una farfalla, il vento la agita, un brivido di madreperla scintilla, tremola, trapassa. Così nello sfavillio d'un momento, così nel fugace alitare, vidi la felicità farmi un cenno scintillare, tremolare, trapassare.
Di nuovo chiede la mia bocca lieta d'essere benedetta dal tuo bacio, voglio tenere le tue care dita, ripiegarle per gioco tra le mie, il mio sguardo assetato al tuo appagare, nei tuoi capelli sprofondare il viso, con membra sempre vigili e fedeli, rispondere allo slancio delle tue, rinnovare con fiamma sempre nuove la tua bellezza mille e mille volte, finché beati e grati entrambi al fato, abiteremo sopra ogni dolore, finché il giorno e la notte, il presente e il passato accoglieremo con fraterno amore, finché al di sopra di ogni agire umano trasfigurati vagheremo in pace.