Non vorrei mai interrompere una tua sola risata, un tuo più istintivo battito di ciglia, una tua ritmica pulsazione. Le più vere espressioni del tuo viso, ai miei ricordi, vorrei legare. Come scudo, contro i mali del mondo, dolcemente mi difendi.
Malsano filantoprismo, impercettibili vasi di pandora, nasconde. Ammalianti sorrisi, personali drammi, occultano. Simboli alchemici i tuoi conturbanti modi di fare; giochi di prestigio, il tuo volere ad ogni costo aiutare. Spirali ottiche al tuo uditorio sagacemente vendi. Somministri amore incondizionato ma solo verso il tuo tornaconto propendi. Nessuna attenuante alla finzione quotidiana concedi: hai discusso, farfugliato, di mendaci spoglie abbigliato, sommergendo con vuoti pensieri chi dalla tua volontà, come i naviganti dalla bussola, dipende.
Mi volto indietro verso sussurrate promesse, ormai in lontane foreste perdute. Le ombre dei nostri sentimenti, l'oblio dei nostri errori, si dileguano. Come il sublime incanto delle onde che si infrangono, tonfi insopportabili scavano dentro vuoti che ammutoliscono. Solo l'anima parla vaneggiando tra le luci delle rimembranze. Il cuore squarciato, desolato, inerme, rimane a guardare, l'avvento della disfatta in silenzio continua ad ascoltare.
Tersi sguardi, parafrano di inconsueto, tra il vero ed il faceto, l'idillio. Morbide bocche vibrano di passione; lunghi capelli si accarezzano con veemenza, alcun pudore. Corpi eccitati, dall'impeto catturati, avvolti dall'invisibile gioco dell'amore. Prive di ruoli predefiniti, di preconcetti da rispettare, vicine agli sguardi indiscreti, nessun timore di esagerare: non c'è errore nell'amare chi come se stessi può procreare. Non la legge esoterica, solo il proprio cuore ascolta, chi ha coraggio di esternare i propri sentimenti senza sosta.
Come eco, lontana dagli spalti, inarrestabilmente si dilegua. Vaga come rondini emigranti in cerca del porto sicuro. Errante, talvolta vaneggia, nell'indomito auspicio della vittoria. Tra gli infiniti frammenti, i caduchi tormenti, gli attimi fugaci, le intrepide attese, si diffonde. Ulula palpitante, se il cuore di letizia colma, se dagli animi indefessi si scosta, se da sola, senza l'ausilio di un coro, canta melodie soavi capaci di sussultare l'io.
Di personalità taciuta esali: come nebbia rendi opaca la tua immagine. Tinte cangianti, variopinti frammenti, i tuoi infiniti volti. Accomodanti sorrisi, nascondo il nocciolo del tuo essere: di estro ti abbigli, di opinioni ti cospargi, spesso fingi. I tuoi occhi, come stelle brillanti, un mondo ambiguo riflettono; i tuoi abbracci, caldi, come fredda rugiada, avvolgono ogni questione: inebriano, esaltano, ubriacano, respingendo ogni insidioso dubbio.