S'alza la tua voce, s'attorciglia e s'altera serpente e vortice, s'impiglia ai miei capelli, sale ancora, s'ingigantisce si aliena in ruggito oscura il solito trillo o la parola. C'è un altro nella tua voce. Io non conosco quest'uomo che grida di piacere, delizioso straniero che parla lingue angeliche sopra un letto impuro.
C'è del sale sopra le labbra. Sulla lingua resti di naufragi e sirene, a volte alghe e il gusto dei fondali spumosi e verdi dell'oceano. Il sesso sempre ha sapore a mare d'inverno, di freddo vento nel cuore della notte.
Per i tuoi occhi. Per i tuoi occhi fieramente aperti. Per i tuoi occhi fissi. Per i tuoi occhi colmi di febbre. Per i tuoi occhi grandi. Un'orchidea di carne voluttuosa. Per i tuoi occhi grandi con vocazione d'ape.
La vaniglia; lo spigo; la muffa; la cannella. A volte un'aroma sottile come d'acqua, come di nube o pioggia; a volte un violento profumo che ricorda la pelle di una gazzella, il sudore e il sangue di un animale in cielo. Però'sempre, alla fine, la vaniglia, lo spigo.
Avvicinati piano ai miei domini; che le tue dita tentino lo spazio ciecamente, l'oscurità'che avvolge il mio corpo; che costruiscano un cammino e giungano fino a me attraverso il velo spesso e taciturno delle ombre. Salvami con la luce che hai fra le dita se mi toccano, scongiura l'indolenza, scaldami o ustionami col tatto splendido e chiaro delle tue mani. Come le farfalle della notte fino alla fiamma volerò, da te evocata, che preferisco bruciare che restare oscura.