Non pentirti mai di amarmi come lo fai entro il rossore di sole e l'ombra dei muri. mai pentirti di bere al mio palmo come un felino ammansito, che vino mi sgorga al solo invocarti.
invento la magia tutte le notti, sono scrittura impregnata d'ogni spazio, luna tarda e feconda di porpora florido stendardo issato tra le cosce di pelle tremante madido di lotta.
non lamentarti mai d'amarmi come ti amo, chetra il tuo amore il mio stanno gocce di tempo, dense gridando maiuscolo il nostro nome.
Lei trovò il coraggio e affrontò il cielo. riempi il nome di Dio della sua bocca e volle il miracolo. un angelo maschio incarnato scese sulla terra gli sottomise il corpo, e nel suo ventre piantò un seme.
le porse uno specchio, vide l'immagine curva, l'ombelico rotondo. le mostrò che esisteva un inferno, e che i sogni sono concepiti fuori dal mondo.
piantò una lama in mezzo al suo corpo, lo saturò di sangue; le sfilò nido e seme e in assassino converti il suo nome. lei maledì quel miracolo concesso senza alcuna pietà.
ombra, grida, silenzio.
ora giace, testa bassa come appesa un pipistrello; non seppe difendere il bozzolo, il germoglio. e invece di una vita vive una colpa. questo il suo castigo.