Forse ritornerà la tua voce e sarà sogno il destarsi sarà bellezza di noi questo muto specchiarsi di corpi nell'uno simbiotico nel fragile unisono di armoniche fusioni l'amato essere reciproco e la superba proiezione di bisogni di elezione affinità coltivate nel profondo la pura ascensione la gelida visione.
Forse ritornerà la tua voce ed il folle incanto tergerà l'universale fulgido disegno di un fine altro diverso nel passaggio divino d'amore.
Questa notte che spoglia le ombre in raspi di oscurità, lungo tralci di bambagia a dondolare il silenzio penetrato nel più infimo punto del nostro universo.
Questa notte che chiama col nome interezza unica parola nei misticismi di luna liturgie arcane che salmodiano verità d'eterno come comete in discesa salmastra china d'inchiostro.
Questa notte stempera la tua voce nell'eco di un suono che consacra il tempo futuro
Cadrà la luna d'argento nei larghi anfratti paludosi a frangere la battigia di stelle come polvere riversa di strali nel sogno irreale.
Cadrà l'immenso, perché d'immenso muori ogni istante essendo nel plenilunio di vita nei giorni e nelle notti che sono i tuoi occhi come di un pianto secolare che langue.
Sarà dopo l'inverno e quest'infermo tempo l'assoluto divenire che giunge e disgiunge come delta in piena l'amore e l'alfa e l'omega.