Fanciulli corrono sporchi di vita nel loro mondo coperto di fango; regalando sorrisi traditi dagli occhi troppo intenti a frugare nel nulla che passa. In una terra bruciata dalle illusioni e popolata di cuori ormai già adulti, un arcobaleno sbiadito si alza a fatica verso nuvole cariche di neri presagi quasi fosse la mano incerta di un bimbo che aspetta invano almeno un abbraccio.
Un soffio pungente di tramontana adagia le onde sulle rive deserte per cancellare ogni traccia del vocio dei bagnanti, tramontato nel cielo dell'ultimo sole d'autunno. C'è solo una piccola barca immersa nel nero del mare che si lascia cullare paziente dal brontolio delle acque, mentre brevi striature di uccelli scarabocchiano il cielo accarezzando leggere la linea sottile di un orizzonte lontano.
Grido il silenzio di vuote risposte a bianchi soffitti che nascondono il cielo; vibra il respiro tra mura sempre più strette che riflettono ombre di pensieri appannati, quand'ecco apparire i tanto attesi fantasmi scordati dal tempo nei vocio dei ricordi. Fuggo allora lo sguardo di chi non c'è più, cercando rifugio negli squarci profondi tracciati nel solco di antiche paure da una mente ormai priva di ogni emozione che cerca al di là di due occhi sbarrati la calma illusoria che accompagna l'oblio.