Calcata è un limbo, un arrivo forse una partenza una tappa di mezzo, un tramite, un ponte tra l'essere me stesso e le divine percezioni della materia in quanto tale. È un richiamo per gli animi che possono percepire.
Ascolto il vento che porta notizia guardo le foglie che insegnano e i rami come saggi parlano a me che con occhi brillanti di sapere bevo dalla lor coscienza d'essere natura viva intorno a me e prendo atto del mio essere uomo nato. Osservo l'acqua rifocillare il mio bosco dei misteri le bestie della mia testa si chinano ad essa e come rispetto per quello che stanno rubando socchiudono gli occhi e trattengono il loro freddo respirare nel momento del bere e sapere. È il cinghiale a vivere in me è il lupo, la lucertola, la volpe. La bestia del bosco, colei che respira di esso, senza il quale sarebbe nuda e morta sono io.
E la meraviglia nacque innanzi a me tra alberi e radici dove il sole filtra a stento e il cinghiale trova ristoro i miei occhi videro la vita e fui travolto da profonda commozione.
Scimmie sature di ingordigia pazze alla vista di banane. La moneta ne esalta le qualità E stupida musica le aiuta ad affogare in melme puntiformi. Io rido, schifosamente divertito.
Avrò mai io bisogno di bere? Avrò mai io bisogno di bere?
E i muscoli tutti, rinvigoriranno tra fango e foglie secche, tra pioggia e vento di maltempo. Respiro... Respiro... respiro... Respiro... respiro... Vivo... Lacrima.
Il sole mi chiese se quelle erano sedie volanti, e io nello stesso giorno forse senza neanche pensarci, guardando gli aquiloni vicino le montagne con gli occhi di un vecchio stanco stanco sì, ma molto fantasioso più di un bambino, risposi sì eran proprio sedie volanti.
È tutto così, come in un quadro immensamente infinito di bellezza come tutte le opere d'arte ognuna con la propria magia il proprio tempo la propria storia che l'avvolge di un antico e commosso sorriso malinconico perso in un tempo che fu come vecchie foto di persone viste distratte di storie intrise di paure, passioni, odi, amori, incomprensioni... vi rendo omaggio io... a voi che sapete di me. Chiudo gli occhi commossi e una lacrima timida riesce a fuggire da quest'occhi che non videro nulla di tutto ciò. a tutti i nonni e le persone che non poterono.