Ed eccomi qui... in questa sera di domenica, noiosa, morta, quasi priva di vita. Eccomi qui a fare probabilmente quello che non dovrei fare, pensare. La mia mente si perde quasi come tra le braccia di Morfeo, che mi trascina in un immaginario onirico pieno di aneliti e utopie. Di false speranze e finzione. Di qualcosa di assolutamente immanente che ai nostri occhi si mostra trascendente. Qualcosa di finto, di sperato ma irrealizzabile, che ci porta a credere che tutto sia possibile ma è solo una convinzione, falsa, quasi come il mondo che abbiamo attorno. Già, questo mondo, cosa tra ciò che ci circonda è vero e cosa porta una maschera di cera pronta a sciogliersi nel momento di calore più intenso per scoprire la sua vera natura? Ecco cosa pensavo... adesso mi fermo, e torno sul mio letto a dialogare con la notte, sicuramente vera, sicuramente scura... il cielo notturno è la transizione tra ciò che penso e il vero. Un cielo nero che però è pieno di stelle, di luce, ma per quante stelle ci siano la maggior parte di ciò che vediamo è nera, scura, ignota, sinonimo di impotenza. Quell'impotenza che è il limite di tutti noi. Quella che ci rende vulnerabili... o semplicemente... umani.
Nei tuoi occhi posso soltanto perdermi del tuo sorriso soltanto innamorarmi al suono della tua voce soltanto bloccarmi ad un tuo abbraccio soltanto sciogliermi ad un tuo bacio soltanto desiderarti non riesco a smettere di guardarti a smettere di ascoltarti a smettere di abbracciarti a smettere di baciarti. Detto semplicemente, Ti Amo.
Vedo il tuo profilo muoversi nel buio, ballare con la musica in mezzo alla gente che ti guarda senza parole. La tua straordinaria bellezza blocca la lingua, e io in disparte ad ammirarti mentre vedo le tue labbra con quelle di altri, io mi annoio tra la folla, tu sei a tuo agio tra chi ti guarda tra chi ti desidera e può permettersi di possederti, anche se solo per la durata di un bacio, anche se solo per la durata di un sorriso, anche se solo per la durata di uno sguardo, può possederti. Io non posso, e mi sto in disparte ad odiare chi baci, chi sorridi, chi guardi. Questo è il mio destino, guardare il mio angelo da lontano e sapere che mai io proverò il sapore delle sue labbra. Amo. Amo. Amo. E mi sta uccidendo.
Quando in quel giorno vidi il tuo viso, visione di un angelo, capii che eri la più vicina alla perfezione, la più bella tra le belle, la più risplendente tra le stelle, con gli occhi color del mare, il sorriso che non si può non amare, con l'allegria sempre al tuo fianco, anche se problemi ti affliggono non ti abbandoni al pianto. Vedendoti capii che eri bellissima. Troppo per me, che resto ad ammirarti nell'ombra, nel buio di un rimpianto, e non posso far altro che pensarti e bisbigliare durante il sonno: sei bellissima.