Vedo sangue fuoriuscire dalle vene stanche, questo torrente sboccherà in un lago, fondendosi con melma e fango. L'umano concetto, la sua sentenza ha esclamato. Uomo non ti vedo così: la vergogna non esiste nel forte sentire. Evaporeremo tra le nubi cosicché anche quel lago, dopo un ultima tempesta dell'inverno umano, non più sabbia e melma avrà per culla, ma un miracoloso manto umido. Tratto di sangue, sfuggente, amante del corpo. Ciliegia, che nel vuoto ti lanci, a sporcar del tronco la corteccia, alla radice della vita, senza sapere, ti fermerai.
Innocenti Innocente è il vostro seme, con esso il suo destino confusi; le parole non sono mai state la vostra carezza su di me l'innominabile vuoto, apnea assoluta, divora le nostre parole mute. Le parole, confuse, franano nella gola non una sotterranea falda esploderà, a colmare la povertà. Sicché solo silenzio e nero, ci terranno svegli. Mamà, unica mamà mi manca il tuo corpo come la pioggia al grano asciutto, ora solo e per sempre. La terra non mi potrà accogliere nel suo grembo come lo facesti con me Un solo respiro, ti prego solo un respiro, come in principio poi addio.