Questo cercare profili, e sguardi lungo vie, quest'ansia di strette di mani, questo ingigantire quel senso d'abbandono che limita ragionevolezza degli innumerevoli propositi nel non voler intagliare solo d'apparenza il mio giorno... Vado per vetrine, luccichio inutile di desiderio di cose che poi trascuro, lasciando alle ore tracce del mio solitario camminare. M'apposto in un angolo remoto nella mente... e piango la mia irreversibile malinconia di te.
Cosa mi ha stupito, forse la tua lucida pupilla, o le tue movenze, o il tuo intonare sinfonie nel tuo andare verso il mondo... Cosa mi ha intrigato, forse le tue umide labbra, il tuo avvicinarti ai miei segreti bisbigli... il tuo pensiero, la tua logica, il tuo appassionarti al tramonto promesso ai sogni..., la carezza materna che è in te o ancora il tuo farmi sentire felice nel mio esilio quando tu, pur lontano dai miei baci, sei ugualmente essenza vitale nella mia mente.
Languido influsso è quell'ora quando il tuo silenzio m'attrae... e osservo muta il tuo respiro... e t'immagino destriero del tempo, a rincorrere sussulti di passione e stendere il tuo manto di principe nei miei sogni... e le tue mani corde di cetra a inventare armonie sulla mia timidezza... Ti guardo nella mente e ti amo di pensieri che s'allungano improvvisi nastri avvolgenti il tuo essere sorpresa per me... pur nel tuo perderti lontano.
Il mio particolare si ferma nel tuo sorriso, s'infiamma tra le tue labbra disegnate di morbidezza... Il mio particolare che stravolge il desiderio si ferma al tuo bacio che languido s'offre alla mia pelle... Il mio cercarti è ovunque il tuo profumo indichi il tuo passaggio e m'inebrio seguendo l'orma come segugio fedele annusando l'amore e calda amante m'accuccio assaporando con lentezza il tuo respiro...
Stringo le tue mani, amico mio, e ascolto il tuo dolore... racconta di te, la tua lontana terra amata e debole di futuro, la tua paura nel sentirti diverso, il tuo fuggire dai deliri del vivere sperduto senza sguardi d'amore... stringo forte le tue mani, amico mio e tu, improvvisamente hai coraggio per guardare avanti... Stringi le mie mani, amico mio e ascolta le mie incertezze, ti racconto della mia terra amata apparentemente dura di pregiudizi nelle menti, capisci la mia paura dell'ignoranza intorno che respiri, il mio fuggire, attonito, dai deliri dell'indifferenza e della supponenza. Stringi le mie mani ed io improvvisamente non sono più solo... andiamo insieme, amico mio, solidali di domani... anime uguali tu ed io, in uno viaggio lungo la vita dei nostri destini.
Se la morte credi amica lasciati scivolare nel silenzio delle sue tentazioni... lasciati convincere da notturne buie albe e accecanti eterni tramonti... Se la morte ti pare salvezza lasciati andare al suo delirio ma dissolvi sorrisi in smorfie, brucia fuoco in laghi, cerca dirupi in altalene danzanti u prati... Se la morte ti sussurra invitante non credere mai a chi urla: amo vivere ... e che smarrisce, invece disperato, l'ambito respiro... e se pensieri sono sempre più allettanti di vuoto pensa a come la morte gioisce estinguendo, indifferente, montagne di sogni, continua pure a bramare il gelido suo fiato come unico creduto ponte tra sollievo e dolore, danza nel suo apparente giardino nero dove ogni fiore mai sboccia e non ha colore e né respira il sole.
Se mi manchi è perché non ho sole, non ho stelle, non vedo luna... Se mi manchi è perché l'alba non illumina e il tramonto è in me... Se mi manchi è perché non sai del sorriso ucciso, degli occhi chini, delle labbra tirate, e non puoi udire il rumore di una parola inutilmente sospirata... Oh! Non sai del silenzio nelle ossa, nelle vene, nel passo che resta impronta malferma incisa di nostalgia. Se mi manchi è perché sei malattia che non guarisce il cuore, dal tuo ricordo, drogato.
Ascoltami... Odi il tempo che sussurra ricordi. Odi voci che come nastri multicolori adornano frasi rinchiuse ancor di timidezza. Ti leggo, nei pensieri, nelle pagine del tuo io, e scorro fogli di vita ricercando attimi che scintillino nelle notti dove tutto tace e sospirino solo di sogni che hanno sfiorato desideri d'amore.
Se l'amore nutrisse solo di sguardi penserei ancora al tuo per saziarmi e se fosse goccia che scheggia invisibili fessure di pensieri teneri, fino ad arrivare al centro della mia mente, pronta, immobilizzerei unite le mie mani, ad accoglierla sicura. Ma se l'abitudine e la fiacchezza di slanci non fossero demoni che influenzano l'amore al silenzio stanco del tempo avrei udito ancora urlare la fantasia del desiderio inducendo la vita a rinnovare attimi... in sorprese d'amante. E così avrei continuato a parlarti dei miei sogni che strepitano ancora riflessi di attese, di certo, ugualmente carpirei i tuoi da plasmare con cura nei miei respiri... e se l'amore avesse vinto, mantenendo fresco e intenso lo sguardo di quel primo incontro impaziente, occhi sarebbero ancora appagati di quella sola luce che può trafiggere qualunque oscurità di ogni inevitabile malinconia.
Sarà un giorno che improvviso ricorderai. Sarà forse un suono. Un bisbiglio. Uno strusciare di lenzuolo. Un profumo, un odore. Sarà una parola, un attimo di colore, un raggio su una pianella. Saranno quattro mura, una finestra, una luna che indolente corteggia stelle. Sarà la pioggia, in un mese di pensieri chiusi... nella mente ma fuggiti per invitare amore. Sarà che mediterai la vita... guardando indietro e avanti il tempo finito. Sarà solitudine o realtà incompresa, ... ti ricorderai. Ed io sarò felice!