Guardami figlia mia, non aver paura della morte I miei occhi limpidi e sereni aspettavano che il tuo viso si rispecchiasse in me. Perdona la mia malattia come io ho perdonato la tua impotenza di fronte ad essa. Non sarò più la tua ombra sulla terra, ma la luce che ti darà la forza di continuare la tua strada finché non ti accoglierò nuovamente tra le mie braccia come tu mi hai accolto nella tua vita.
Mi guardo allo specchio e scruto il mio tempo. Giochi di bimba, giochi di bambole ma mio fratello, col cavalluccio colorato galoppa nel sole. "Non esci, perché sei donna! No, io esco perché voglio andare a scuola!" Studiare è importante, ed è la mia libertà: per imparare ma anche per sognare. Lo studio libera la mente che vale ma libera anche i miei passi, da quel costume sociale. Nell'adolescenza m'incoraggia e mi accompagna, se mi sento selvaggia. Per il cammino di coppia ho scelto col cuore ma c'è l'istruzione a darmi ragione. Nella maturità è la mia consapevolezza ed è anche il rifugio dalla tristezza. Accetto i limiti dell'umana realtà e mi riconferma che ho sempre la mia libertà. Nel tempo che scorre conosco la rassegnazione ma ho sempre lo stesso, l'amore per l'istruzione.
"Papà" all'ennesima potenza chiamato, cercato, rimpianto e amato. Io, speravo che chiamandoti il mio amore ti imprigionasse alla Vita e invece crudele e sorda, Lei, ti abbandonava.
Dopo dieci anni, rimane ancora questa parola sola, intensa e avvolgente che riecheggia nella mia aria, nei miei ricordi e nel legame del mio amore per te infinito. ... e il tempo non scalfisce l'amore.