Scritta da: Maria Rosa Cugudda
in Poesie (Poesie personali)
Il cuore attende
Muta è l'attesa
il silenzio stordisce
Coinvolge il mare
latente pensiero
La mente tra urla di onde
si distende
Attende il cuore pace
che l'uomo non sa dare.
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Muta è l'attesa
il silenzio stordisce
Coinvolge il mare
latente pensiero
La mente tra urla di onde
si distende
Attende il cuore pace
che l'uomo non sa dare.
Dai tuoi occhi
il mare intravedo
non per l'azzurro delle pupille
ma per il profondo orizzonte
che mi offre.
Dalle tue labbra sorseggio
l'acqua cristallina che vita mi dona.
Nel tepore del tuo cuore
teneramente distendo i pensieri
che la mente invadono.
Ma la dimora più sognata
nella tua anima incontro
dove in unica entità eternamente
ci avvolgiamo e l'amore confine
non intravede perché l'anima è in noi
e noi siamo anima che brucia d'amore
al pari del rosso corallo.
Si spegne la sera
e lentamente scorre
per posarsi sul ramo
che l'alba attende
si accendono le stelle
e penetra la luce
nel cuore impietrito
dell'uomo che più
il sole non scorge
perché il pensiero
è granitico e l'orizzonte
più non sogna.
Di nulla manco
se il cuor m'accendi,
Signore Gesù.
Salvezza incontro
nel distorto mondo
se Amor concedo
a chi con amarezza
ricambia genuina bontà.
Il passo arrestar non posso
breve è la strada
e se il buio mi coglie
più Speranza non ritrovo.
Nel colore dell'Acqua
cristallina
osserva
il Vecchio che geme
Nella luce delle Stelle
infinite
pensa
al Bimbo che tende la mano
Nel calore del raggio
del Sole
dài conferma
alla Pace che nasce.
Sarah perla d'oriente
Michael diamante nello stagno
Anna uragano travolgente
Costanzo disco incantato
Alison stella che illumina
Valerio sentiero scosceso
Fairouz fiore del deserto
Bruno fiume ostacolato
Elisa sole che splende
Arsenio spina dolente
Zhou porcellana dipinta
Lisa rondine di primavera
Celeste luna che rasserena
tutti diversi ma ognuno
per sempre presente nel mio cuore!
Betulla era il tuo nome
notte e giorno a stendere le fronde
t'adoperavi.
L'usignolo in un flebile ramo
la reggia aveva costruito
per non turbare la quiete tua.
Nella calura estiva
al ritmo del danzante vento l'ombra spargevi.
Maestosità palesavi
il bimbo gaudente al sorriso esortavi.
Che resta
d'intarsiate fronde negli avviluppati rami?
Poco! L'uomo t'ha preso
una mattina di marzo
e con ardore storpio ti ha reso.
Povera mia voce
combattuto ha la battaglia.
Dopo essersi annoiato
l'uomo ti ha lasciato.
E ora la tua forza ammiro
pur nello strazio fresca esistenza offri
a ciuffi di foglie dei mutilati ceppi!
Ogni tua luce
generosamente hai donato
del minuscolo corpo
un firmamento hai formato
amore potente
al mondo hai regalato
cultura ai piccoli
entusiasta hai seminato
il calore dei tuoi occhi
all'indifferente triste
universo hai emanato.
All'improvviso
"lei"
ti ha colta
non osavi commenti
giungeva dall'Alto
tua l'hai fatta
amica dolente ma ben ospitata
raggiante in un corpo
ormai trasformato
l'hai amata giacché
lui
l'aveva inviata.
Bimbo smarrito
fra gelide acque di lacrima
di madre
in una calda notte d'estate.
I tuoi occhi son due stelle
spazia il pensiero intorno
la vita elemosini
da chi nell'opulenza sguazza.
Senza compenso
lezioni impartisci
sull'esistenza velata
incatenata
nello scrigno dorato
cosparso di nulla.
Dai tuoi occhi
il mare intravedo
non per l'azzurro delle pupille
ma per il profondo orizzonte
che mi offre.
Dalle tue labbra sorseggio
l'acqua cristallina che vita mi dona.
Nel tepore del tuo cuore
teneramente distendo i pensieri
che la mente invadono.
Ma la dimora più sognata
nella tua anima incontro
dove in unica entità eternamente
ci avvolgiamo e l'amore confine
non intravede perché l'anima è in noi
e noi siamo anima che brucia d'amore
al pari del rosso corallo.