Il merlo gracchiò sul frontone d'un tempio pagano il mare sciabordando entrò nel peristilio spumoso e le voci fluirono nella carta assorbente d'una acquaforte. E lì rimasero incastonate. Due monete d'oro brillavano sul mosaico del pavimento dove un narciso guardava nello specchio d'un pozzo la propria immagine riflessa e un satiro danzante muoveva il nitore degli arabeschi e degli intarsi.
Alle 18 in punto il tram sferraglia al centro della Marketplatz in mezzo alle aiuole; barbagli di scintille scendono a paracadute dal trolley sopra la ghiaia del prato. Il buio chiede udienza alla notte daltonica.
In primo piano, una bambina corre dietro la sua ombra col lula hoop, attraversa la strada deserta che termina in un mare oleoso.
Il colonnato del peristilio assorbe l'ombra delle statue e la restituisce al tramonto. Nel fondo, puoi scorgere un folle in marcia al passo dell'oca. È già sera, si accendono i globi dei lampioni, la luce si scioglie come pastiglie azzurrine nel bicchiere vuoto. Ore 18. Il tram fa ingresso al centro della Marketplatz. Oscurità.
È un nuovo inizio. Freddo feldspato di silenzio. Il silenzio nuota come una stella e il mare è un aquilone che un bambino tiene per una cordicella. Un antico vento solfeggia per il bosco e lo puoi afferrare, se vuoi, come una palla di gomma che rimbalza contro il muro e torna indietro.
C'è chi dice che il mondo sarà salvato dai ragazzini c'è chi dice che sarà salvato dai santi c'è chi dice che il mondo sarà salvato da una poesia... Io invece penso che il mondo non sarà salvato affatto. Non ci sarà nessuno a salvare il mondo. E questa sarà la sua salvezza.
In quella posizione del quadrante tra la lancetta delle ore e quella dei minuti è convenuto ciò che tu chiami destino ed io chiamo acrostolio, tu chiami strada ferrata ed io panoplia di spade e pugnali, ciò che tu chiami con un eufuismo io con una metafora.
La vita è come un tappeto sul quale studiano i giocatori di scacchi le loro mosse. Noi siamo le figure dei tarocchi che anonimi contendenti alternano... Siamo le frigide figure degli scacchi. E bambini capricciosi sono i signori della scacchiera.
Penso a volte all'inaccettabilità del Male. La tua sferza mi colpisce in pieno volto. Brillano le tue tempie percorse dal brivido del furore.
L'astuzia del tuo inganno, il dispregio che scagli sul mio volto peccaminoso lo scherno della tua voce che mi insulta sulla fronte è la scherma che preferisci e che prediligo, avvolto nella toga senatoria della tua implacabile nequizia.