Sempre mi affaccio come da una finestra per osservare e meditare ciò che c'è intorno a me.
Elevo al cielo domande come aquiloni quel cielo, ormai pieno, ne avrà di milioni. Cerco nell'erba ciò che ho perso ma poi mi giro e cambio verso. La mia luna a volte è dritta o storta e la mia pazienza diventa più corta. Da una finestra mi vedo meglio ma da più finestre io veglio. Sento il ronzio di chi è contro me ma io gli dico: "Fai tutto te!" Poi da dietro una mano sulla spalla di chi mi dice che il mondo è una palla che gira uguale e ti vuole fare male; questa è una voce amica che parla vorrei continuamente sentirla. Da una finestra vedo gente che porta lo specchio, gente che ha paura di diventare vecchio, c'è gente che si ricorda tutto per rinfacciarti ciò che hai detto e fatto, c'è gente che fa gare perché vuole essere il migliore e tutta questa competizione nasce da una vecchia delusione. Conosco amici che mi han tradito che ho allontanato, che mi han invidiato e che ho perdonato. Ed ora vivo su pensieri, vivo con i miei misteri. I miei pensieri si fissano le mie idee non cambiano ed io son qui da una finestra a guardare senza agire e senza parlare.
Camminando, rubo uno sguardo al cielo che mi regala un sorriso e una speranza in più. Camminando, registro le voci e il viso della gente. Mi soffermo, quante volte, a guardare una parte piccola di città ed ad accorgermi che muta in continuazione, e noi non ne siamo consapevoli nel modo giusto. Il freddo di città rimane sempre. Il verde dei prati, con fiori nati e spezzati, ora si è spento. Camminando, il vento mi accarezza i capelli ed io mi accorgo che è un vento nuovo; mi sta indicando l'orizzonte. Ora, camminando qualcosa si è acceso dentro me. Ora continuerò a camminare...
I giorni di sole son già passati. Rimarranno solo dei ricordi piacevoli. Il freddo sfiora la mia pelle e la pioggia bagna i miei capelli. L'arcobaleno, prego, di ritornare presto. Alberi spogli e foglie in aria. Rimane un grande vuoto intorno che ha sapore di nostalgia.
Ricordo che la tristezza ti annebbia la vita. La rabbia ti fa il viso più nero. L'invidia ti sporca la faccia, ti calpesterà. Allontano i pensieri e su monti e colline sogno il mio paesaggio di vita, vedo nuvole bianche disegnate su tela blu. Allaccio forte ad un braccio la mia vita per farsì che non mi scivoli più. Chiedo al sole l'arcobaleno, di nuovo il sereno, che accenderà le mie giornate un po' di più. E chiedo un paio d'ali per volare ancora... ... dove c'è solo natura e poesia. Ora vedo che anche nella pioggia non c'è più malinconia e quel sapore amaro dalla bocca se ne andrà via. E il dolore guarirà e piano piano tutto si sistemerà...
I giorni di sole caldo sono ormai passati. Il freddo sfiora la mia pelle e la pioggia bagna i miei capelli. L'arcobaleno, prego, di ritornare presto. Alberi spogli e foglie in aria. Rimane un grande vuoto intorno che ha sapore di nostalgia.
Inverno che geli le strade. Inverno che geli la mente. Inverno che spegni tutto, c'è nebbia con qualche spiraglio di luce. Trema la gente al tuo arrivo, coperta dai brividi che porti, in città non c'è nessuno.
Lo specchio dice verità e bugie. Riflette quello che c'è, l'apparenza. La gente soffre perché ferisce l'anima. Non riflette la personalità. Guardalo col cuore, non vedrai difetti che non vi sono.