Ieri ho sognato di te... Pensavo di vedere solo cose belle e invece nel sogno, si sono rifugiate le paure più profonde... e ti ho visto: mostro cannibale mangiare il mio cuore e belva feroce dilaniare le mie carni e malattia mentale impadronirsi del mio intelletto e terrificante dolore squarciarmi l'anima. Poi ho aperto gli occhi. Ho ricordato te. E sei tornato quello di sempre.
Scrivo parole di sangue, parole che gocciano via dalla vena che ho in mano. Scrivo di parole ferite, che lacrimano gocce rosse su di un viso bianco. Scrivo a riversare il dolore e il sangue pulsa più forte, quasi a voler sgorgare. Scrivo per non piangere, per non macchiare il cuore di altro dolore. Scrivo perché non parlo, perché dalle mie labbra non volano più farfalle. Scrivo e sogno in bianco e nero. Scrivo parole di sangue, per cercare il colore dei miei sogni.
Un piede, nell'ombra, mi cerca. Si poggia piano, prima le dita, poi la pianta. Si acquieta. Le dita si muovono un poco, quasi a voler dire qualcosa. Il piede si avvicina e dolce si posa. Le sue dita goffe, piccole, si allungano.