Quel pomeriggio ero più agitato del solito, Stavo aspettando l'arrivo di mio nonno Per andare con lui a giocare a pallone. Mio nonno è sempre venuto A portarmi fuori, Eppure ero in ansia. Il nonno arrivò e insieme, Con il pallone sotto il braccio, Andammo al parco della "montagnola". Quel pomeriggio un vociare di ragazzi, Che girando si rincorrevano qua e là, Cos'è mai questo! Un amico di giochi mi disse: Olimpiadi! Era stata organizzata, Una serie di corse con tanto di medaglie Come si fa alle olimpiadi, quelle vere. Ad una gara partecipai, Pieno di emozione ed entusiasmo. Pronti... Via! Io stetti sempre con i primi, Avendo sempre gli occhi Verso mio nonno. L'affanno aumentava Il cuore mi batteva forte in gola, Spingendo e stringendo i denti, Distaccai i concorrenti e vinsi! Che bello dopo tanta fatica! Con al collo la medaglia del primo arrivato (era di cartone) Corsi ad abbracciare mio nonno, Che bello. Quella medaglia appesa al muro Al fianco del mio letto, È stata lì per tanto tempo.
Un uomo che dalle proprie debolezze ha creato nuove virtù. Un uomo che dalla semplicità ha imparato a sognare. Un uomo che dal niente si è costruito un mondo tutto da interpretare. Un uomo che vive d'amore ma che lo nasconde con estrema dolcezza. Un uomo che non ha mai provato invidia, perché, se ti vuole bene, il suo è un sentimento puro. Questo è mio padre, una persona estremamente fragile quanto forte, un individuo brillante con l'animo d'artista!
Non sopporto l'arroganza di chi si nutre del denaro. Rinnego l'essere umile nel diventare un modello accettabile per la società. Ho bisogno di sognare e credere nell'utopia, semplicemente per non vedere ciò che non riesco a percepire. Diventi attore per recitare una commedia e ti ritrovi regista della tua stessa vita. Difficile immaginare l'orizzonte senza conoscere con quali scarpe ti incammini. Con il pennello dipingo di nero lo sfondo e di rosso regalo uno sguardo alla mia rabbia. In poco tempo la vita ti passa davanti e invece di una ferrari ti trovi a guidare un'utilitaria. Vogliamo pace e allegria ma intorno a noi aleggia solo illusione, la nostra generazione è precaria e priva di una identità reale.
Non posso dimenticare il tuo sapore che si confonde nell'aria in questo gelido inverno. Passare con te la notte è un regalo che dà alla vita il profumo dell'eternità. Sembra quasi che il tempo si sia fermato, basta guardare i tuoi occhi per capire che i colori si confondono tra il bianco e il nero. Ho visto il tuo disegno e rispecchiava il mio essere nell'essenza più vera e naturale che l'essere umano ha da offrire, il suo sguardo. Non sò come andrà a finire o forse non finirà mai, ma sò che voglio viverti per ricordare almeno il fondo del bicchiere. Innamorarsi di te è come trovarsi sulle montagne russe e non voler più scendere dal brivido che si è provato e si spera di riprovare al giro successivo.
Ti ho visto piccina, ti ho visto preoccupata, in un miraggio è arrivata primavera... Solo ieri, una pioggia sottile ti carezzava i capelli. Eri bagnata ma fugace, al mio sguardo. Pensavi a una rosa, Rosaspina fa di nome. In un tramonto senza rabbia, aspettando, l'alba è sempre più lontana. Giaceva con il corpo straziato, pieno di spine, pieno di rabbia, pieno di lacrime mai versate. Un passante l'ha vista per caso, è sparita per sempre, nell'oblio dell'indifferenza. Non pensare che l'amore è per sempre. Rosaspina, nemmeno Dio è eterno, come nemmeno la cattiveria, o il perdono. C'è un solo cuore e una vita, mia cara. Non mi abbandonare al freddo, domani sarà luce. Fatti accarezzare un'ultima volta...