Devo cercare l'entità che sia pronta a fuggire a fuggire da questo mondo dittatore, in questa realtà feroce da questa gabbia di sangue l'entità che ami i colori, la pioggia inumidire i volti, l'avvolgente aroma dell'erba madida Ho bisogno di quell'entità perché sia pronta a prendermi, a trascinarmi per danzare sui soffitti delle case abbandonate
Ho bisogno di un'entità che percepisca il calore sulla pelle e ne faccia qualcosa di vitale.
Nell'alto, sfumature di cielo si abbracciano con immensa passione mentre lei saluta con l'aria di sapienza, flette la sua immagine e fa invidia alla creatura più bella del tutto e del niente silenziosa attende l'alba sotto il dolce canto di una musa lei è la luna, danzante nel suo spazio assaporando il ritmo della madre resta in sintonia con l'universo e, le vibrazioni risuonano nell'immaterialità, nell'essenza di una forma che cadavere sarebbe ma, brilla d'amore. -i brividi accarezzano la sua pelle- e la luna all'alba è libera, adesso è libera.
Smarrirsi nell'incondizionata monotonia, frutto di falsità e neppur un lampo per sostare ad essere assorto dalla percezione di un fanciullo innamorato, innamorato della vita. All'etica è venduta l'anima, ormai è reputato ambiguo risanare l'interazione dello spirito e della razionalità e questo lo sai? È reputato immorale concedersi all'umano contatto tangibile, comprendi? Morale però è scappare via, dai fioriti e profumati campi verdastri. Privi di riflessione e privi di sensibilità, ma dove andate? Cos'è l'esistere? Sì, morale è ferirsi, lacerare, eliminare, annullare.
L'esprimersi non è utilizzato per creare scale inviolabili scale senza meta e senza pioli, scale dirette all'inimmaginabile, ma per costruire grigi ponti discontinui di cemento con l'assenza di un inizio, ma con la medesima meta: una triste e cupa maschera della presunta conosciuta felicità.