CABALA VINCENTE Compleanno di Patrizia 13 luglio 2003
Di Patrizia è il compleanno Che vogliamo festeggiare E per farlo piú apprezzare Calcoliamo anno per anno
L’amatissima Patrizia Ci fa perdere la testa: Io sto proprio dando i numeri Or che arriva la sua festa
1, 9, 4, 2: questo fu l’anno fatale. Un, tre (13); 7: il giorno e il mese, Quando avvenne il dí natale
Solo l’ora resta incerta, Ma sul giorno non mi sbaglio, Fu di lunedì l’evento E non prendo alcun abbaglio.
Ed i giorni, oh mirabilia, Son piú di 22 mila. Se vuoi il numero preciso, Che alla cifra ti appropinqui, Prova a leggere deciso: 2, poi 6, e infine 5 (22. 265).
Vuoi saper le settimane? T’accontento, è presto detto: 3 poi 1, 7 e 2 Ed il calcolo è perfetto (3. 172).
Tutto questo accanimento Sulla numerologia Porta al riconoscimento Della bella astrologia Di Patrizia:
Sono cifre fortunate Perché a lei sono legate.
Non ci serve dunque il lotto Non ci serve la roulette La schedina di Patrizia È per tutti una dovizia.
Per poterla festeggiare Non ci resta che brindare Augurandole contenti Infiniti dí vincenti.
Per quelli che hanno un cuore Bitetti ispira amore Augusta nelle mansioni Cortese e ferma nelle decisioni Indefettibile nel suo comando Tenace e provvida … governando Tutti riuniti per i commiati Inconsciamente disorientati Restiamo infine trasecolati E nonostante la riluttanza Impegni incombono di grande importanza Patrizia affronta la traversata Trinacria infatti l’ha reclamata Zagare bianche e fior di gelsomino Ti allieteranno lungo il cammino Evocando tra brezze profumate Intensi momenti di mille giornate Intanto noi tutti che sí ti apprezziamo A Donna Patrizia commossi brindiamo!
Larga tesa di paglia: molto sofisticato. Cupola bassa: proprio raffinato, E con il nastro al mento va annodato. È un cappello: il "Pamela" famoso e rinomato.
Oltre al capo elegante qui illustrato, Pamela è in prosa un personaggio amato, E Richardson, colui che l'ha ideato, E un romanzo, "Pamela", ha intitolato.
Ma Pamela non è solo un libello, Giacché è una donna fine e di cervello, La sua presenza è piú che un poker d'assi. Suona il nome cosí: Pamela Bassi.
A Genova si sa che quando è assente Tutto il Dipartimento ne risente. Ogni suo atto è intriso di passioni Col sorriso elargisce informazioni.
Se hai bisogno di un albergo, Se ti occorre un episcopio, Non sprecare troppi passi: Basta Lei, Pamela Bassi.
Il viaggio introspettivo nell’anima, senza sorta di tema, suscita afflato e iato, stupore del sublime immenso, effluvio dell’incommensurabile scenografia mutabile: luci e ombre mirabili, cerusiche visioni riluttanti: sgominìo per l’immensità e, nell’assoluto splendore, fulgida oleografia vivida. Il rimirare la raffigurazione sulla tela, divisione equamente cromatica dell’immaginifico cielo-mare, caleidoscopio lucido del panorama magico: forme in dissolvenza nel rutilante bagno di colori, dalle centripete visioni ai margini, esorta l’anima al connubio, nel folgorante esordio di vivifica ridondante vitalogia.
Col metodo di seguito indicato Il successo futuro è accreditato: La carriera sognata è realizzata Dalla quantità di polvere sollevata.
Come il solista nel gioco del calcio In preda all'estro dell'artificio, Che maglia indossi non ha importanza Lato destro o sinistro non ha rilevanza.
L'ala ingaggia la battaglia Ondeggiando sulle gamge; Sotto la curva delirante, Palleggia assiduo con ritmo elegante
Anche in assenza di risultato: Perché quel goal non sarà mai segnato! Ma lo spettacolo è assicurato, L'urlo allo stadio lui l'ha strappato!
Stesso destino nei Ministeri. Svelati ormai sono i misteri: Quanta più polvere solleverai Tanti più riconoscimenti otterrai.
Come il giocatore inconcludente... ha provveduto A mandare in visibilio il pubblico... sprovveduto Così l'impiegato zelante, nel suo compito defatigante, Quanta più polvere avrà sollevato, tanti più premi avrà meritato.
Ho un sogno segreto, silenzioso. Averti ancora distesa accanto, sul tuo letto, in languido abbandono, solo per poco, un quarto d’ora soltanto, e mi tieni la mano, fiduciosa.
Lo so che non lo vuoi sapere. Io stesso lo tengo nascosto.
Un palpito di gioia, il caro piacere Per un istante sospeso, solo nostro.
Crudo è il ritorno alla realtà: son fatte di niente queste ore, nell’inconciliabile alterità che condanna alla sterile insensata menzogna.
Avvolta dalla scrivania universalmente anonima: Lo sguardo ceruleo, un'esile diafana figura anima, Occhi ammaliati dalla lucida fialetta trasparente: Due gocce arrembano e si colliquano teneramente Nelle due cavità accoglienti, ignee e umettate Due gocce di collirio; ed è l'eponimo del delirio: Quel lucido intervallo che preannuncia la follia Dell'ignaro spettatore catatonico, ammaliato Dal catartico unguento che spaglia dalle orbite; Irrora e accarezza le pallide e rugiadose gote Sfiora, si coagula e penetra nella cavità piretica; Le labbra umide e rubizze esaltate dal composto e, L'ospite, nell'estatica diallage, ingorgato nell'onirico deliquio.
Sola, non me ne accorgo: forse è abitudine! Sola, circondata da tanta gente: è libera scelta! Sola, nella notte di Natale: non è possibile! Sola, ma coma d'affetto: quando sono amata!
Alterni pensieri affollano la mia mente, presagiscono soluzioni di cambiamento nuove speranze aleggiano in questo frangente per un Capodanno foriero di un nuovo evento.
Poi, la certezza della stagnante mutevolezza, spira sul fuoco della sofferenza con naturalezza, in un rapporto consacrato alla celata visibilità. Aumenta la colpa di chi ha la responsabilità
Di decidere, preservando dalla sofferenza La consacrata famiglia d'appartenenza, Cosí radicato nella fantastica idea sublime Di chi, illuso di promanare amore, mai si redime!
Sguardo recondito di aristocrazia, Merletti ascosi di vecchia zia, Occhi ansimanti su glutei scherzosi, Labbra anelanti su seni succosi. Dentro il pensiero ribolle, Denso di immagini folli.
Colpi di genio inverecondi Fanno l'amore con teneri affondi, Si cavalcano onda su onda, Senza freno, ebbri dell'orgia.
L'intimo incontro di sensazioni Nutre la mente di meditazioni. Nel cuore gioia e tristezza, Una primeggia e l'altra accarezza.
L'anima sogna, protesa all'ignoto, Suona la musica, feconda il vuoto: Sopra la tela d'un bianco perverso Sprizza il colore, crea l'universo.