Era d'agosto e un povero uccelletto ferito dalla fionda di un maschietto s'anniede a riposà con l'ala offesa in su la finestra di una Chiesa. Da le finestre del confessionale un prete intese e vide l'animale, ma dato che da fori aspettavan molti peccatori richiuse le tende immantinente e s'ammise a confessà la gente. Ner mentre che la massa di persone devotamente diceva l'orazione, senza guardà pe niente l'uccelletto n'omo lo prese e se lo mise in petto. Allora nella chiesa se sentì un lungo cinguettio: "Ci! Ci! Ci!" Er prete a risentenno l'animale lasciò di colpo er confessionale e poi nel nero che sembrava pece, s'arrampicò sul pulpito e li fece: "Fratelli! Chi ha l'uccello per favore, vada fori dalla casa del Signore" Li maschi, tutti quanti in una volta s'arzarono p'annà verso la porta. Ma er prete a stò sbajo madornale strillo: "Fermi, me sò espresso male! Rientrate tutti e stateme a sentì: chi ha preso l'uccello deve uscì!" A testa bassa con le corone in mano le donne s'arzarono pian piano ma mentre s'andavano de fora er prete urlò: "Ho sbajato ancora! Rientrate tutte quante figlie amate che io non volevo dì quer che pensate. Io vò detto e vè ritorno a dì che chi prese l'uccello deve uscì, ma io lo dico a voce chiara e tesa a chi l'uccello l'abbia preso in Chiesa!" Le monache s'arzaron tutte quante e poi col viso pieno di rossore lasciarono la casa del signore.