Scritta da: Fiorella Cappelli
in Poesie (Poesie vernacolari)
Er passero ferito
Era d'agosto e un povero uccelletto
ferito dalla fionda di un maschietto
s'anniede a riposà con l'ala offesa
in su la finestra di una Chiesa.
Da le finestre del confessionale
un prete intese e vide l'animale,
ma dato che da fori
aspettavan molti peccatori
richiuse le tende immantinente
e s'ammise a confessà la gente.
Ner mentre che la massa di persone
devotamente diceva l'orazione,
senza guardà pe niente l'uccelletto
n'omo lo prese e se lo mise in petto.
Allora nella chiesa se sentì
un lungo cinguettio: "Ci! Ci! Ci!"
Er prete a risentenno l'animale
lasciò di colpo er confessionale
e poi nel nero che sembrava pece,
s'arrampicò sul pulpito e li fece:
"Fratelli! Chi ha l'uccello per favore,
vada fori dalla casa del Signore"
Li maschi, tutti quanti in una volta
s'arzarono p'annà verso la porta.
Ma er prete a stò sbajo madornale
strillo: "Fermi, me sò espresso male!
Rientrate tutti e stateme a sentì:
chi ha preso l'uccello deve uscì!"
A testa bassa con le corone in mano
le donne s'arzarono pian piano
ma mentre s'andavano de fora
er prete urlò: "Ho sbajato ancora!
Rientrate tutte quante figlie amate
che io non volevo dì quer che pensate.
Io vò detto e vè ritorno a dì
che chi prese l'uccello deve uscì,
ma io lo dico a voce chiara e tesa
a chi l'uccello l'abbia preso in Chiesa!"
Le monache s'arzaron tutte quante
e poi col viso pieno di rossore
lasciarono la casa del signore.
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