A che servono i fiori che la natura ha creato se il loro superbo profumo non tocca l'animo mio? A che mi giovan le lacrime se più ne piango e più il pensiero mi rimorde e il suo viso non so dimenticar? A che proposito il Signore ha creato l'universo per poi render l'uomo cieco di esso perché innamorato? Oh, pensiero! Fulgido e leggero, fatti liberar dalla mia mente, t'ha incatenato per paura che scappassi. Sfiora quel viso e strappagli il sorriso ch'io possa tenere nel cuore e vedere, ogni volta che mi duole, il sollievo dell'amore!
Lasciami morire, Signore accanto all'uomo che io amo da sempre perché possa capire che non l'ho abbandonato, ma che l'ho sofferto nel cuore ore e ore giorni e giorni. Nei giorni lenti e laceranti del mio addio per vederlo libero e grande e lontano da me mio Dio, è così lontano. Lasciami morire, Signore nel suo cuore perché lui non è contento e non è più accanto. E non potrebbe più esserlo. Si è perduto, e non tornerà l'uomo che ho avuto. Lasciami morire, Signore su un cespuglio di vita perché io possa tornare a pulsare e sperare di vederlo morire per me.
Ti ho dato il mio sorriso, ti ho dato la mia gioia, ti ho dato la mia ingenuità e la mia innocenza, ti ho dato la purezza, ho dato il mio corpo giovane e l'ho aperto agli occhi tuoi. Lo hai visto sbocciare, lo hai visto appassire. Ti ho dato il mio animo ed i miei pensieri, la mia mente ribelle. Ti ho dato le parole che volevi sentire ed ho ascoltato le tue; mi son coperta gli occhi per non vedere, ho tappato le orecchie per non sentire, ho sofferto io, pensando di non farti soffrire ed ho sbagliato a circondarmi di silenzio nell'intento di non morire. Sono morta nell'amore e nell'amore da sola mi hai lasciata e la speranza di riaverti accanto per dare un senso al mio sacrificio troppo grande è tanta che ancora fremo al sentire il vento che mi fa pensare alle carezze di un tempo che riscopro vicine al mio cuore e lontane dall'amore.
... Come cenerentole, strette nelle scarpe a lacci che non danno occasioni. Non ci sono favole ora, non ci sono illusioni. E anche il principe azzurro può aspettare... Niente carrozze, ma metropolitane: a mezzanotte non comincia un sogno, ma soltanto un nuovo giorno.
Due occhi per parlare un cuore per amare quattro zampe per seguire. Questo è tutto ciò che ho, tutto ciò che mi rimane...
Cammino al tuo fianco e ti insegno l'essenziale dedicandoti la vita passo a passo. Fedele e silenzioso amico di sempre ho bisogno di te per tutto il tempo accanto.
Ma ora che è finito e io son rimasto solo capisco che eri avanti due zampe più di me e non potendoti seguire per non farmi abbandonare ti conservo nel mio cuore e negli occhi pari pari come fossi tu l'uomo ed io l'animale...
Cammino una strada deserta in mezzo a un vecchio sole bruciato parallelo ad un prato. Il viso chino e lo sguardo fisso, il passo determinato. Cammino velocemente questo panorama piatto per raggiungere l'orizzonte e rovesciarmi di sotto anche se cadrò nel vuoto e annasperò nel buio, è tutto meglio piuttosto che questo paesaggio desolato consumato e avvizzito del mio passato.
Ho dato la mia anima in pasto ai cani, e ne è uscita a pezzi. Come i poveri cenci di un miserabile ne ho raccolto i brandelli, e gli ho dato fuoco. Mi sono scaldata col suo calore, e ho guardato oltre col suo bagliore. Le ceneri infine l'ha spazzate il vento ed a me è rimasto solo l'odore acre del ricordo. Non so per quanto tempo ho vagato nelle stanze della vita cercando qualcuno con cui condividerla. Ora, che mi sono adagiata sulle mie fragili ossa mi accorgo d'aver messo radici laddove m'ero dimenticata, e da quel giorno, ogni giorno, m'invento.
L'era della tecnologia scorre dentro a uno schermo piatto e ci prende il nostro tempo regalandoci illusioni, colori, immagini virtuali del nostro mondo fuori. Seduti e obesi, nutriamo solo i nostri occhi con tante informazioni e poca sostanza. Navighiamo giorno e notte e non sogniamo quasi più perché tutto ciò a cui aspiriamo ce l'abbiamo davanti, immediato. Basta un click, il movimento di una mano, e non ci accorgiamo che la velocità è la stessa che, chiudendo gli occhi, ci fa muovere il pensiero, l'universo parallelo.
Ho dato la mia anima in pasto ai cani, e ne è uscita a pezzi. Come i poveri cenci di un miserabile ne ho raccolto i brandelli, e gli ho dato fuoco. Mi sono scaldata col suo calore, e ho guardato oltre col suo bagliore. Le ceneri infine l'ha spazzate il vento ed a me è rimasto solo l'odore acre del ricordo. Non so per quanto tempo ho vagato nelle stanze della vita cercando qualcuno con cui condividerla. Ora, che mi sono adagiata sulle mie fragili ossa mi accorgo d'aver messo radici laddove m'ero dimenticata, e da quel giorno, ogni giorno, m'invento.