Le migliori poesie di Patrizia Vinale

Studentessa universitaria, nato venerdì 18 settembre 1992 a Roma (RM) (Italia)

Scritta da: Patrizia Vinale

Papà

Un filo attorcigliato
di amori inespressi,
di carezze non date
e di frasi non dette
si è slegato ora,
come una scala di ghiaccio
priva di potere
non porta da nessuna parte
e ritrovi così il
paradiso giovanile
colmo di benessere
e privo d'inquietudini.
Patrizia Vinale
Composta martedì 15 febbraio 2011
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    Scritta da: Patrizia Vinale

    Brontofobia

    Tuoni d'inverno rimbombano in cuore
    catturato da mille paure d'un bambino
    odi i lamenti dei fratelli neonati
    nascosto in una stanza priva di luce
    chiudi gli occhi attendendo ore.
    Battiti frettolosi d'una fobia
    svaniscono per magia, ora
    preso da un'inarrestabile fame d'aria
    esci masticando l'invisibile
    speranza d'un sintomo guaribile.
    Patrizia Vinale
    Composta giovedì 23 luglio 2009
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      Scritta da: Patrizia Vinale

      Unica fuga

      Come una foglia attorcigliata
      viaggio nella speranza
      di una nuova casa.

      L'abitudine impaziente
      schiaccia i miei sogni.

      Come un foglio scarabocchiato
      viaggio nella fantasia
      delle mie nere ferrovie.

      L'orgoglio testardo
      impazzisce le mie idee:
      uniche vie di fughe
      sono immagini poetiche.
      Patrizia Vinale
      Composta venerdì 17 settembre 2010
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        Scritta da: Patrizia Vinale

        Corpi vuoti

        Pezzi di legno bruciato
        ora fumano la vita che rimane,
        viziati dal tempo
        scherniscono i fragili
        assopendo i loro corpi non-amati.

        Troppa debolezza in loro,
        si mostrano da Pelide
        col piede in vista.

        Li ho visti sul Monte Pelio
        e come Chirone li ho cresciuti
        guarendoli da questa malattia.
        Patrizia Vinale
        Composta sabato 19 dicembre 2009
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          Scritta da: Patrizia Vinale

          Problemi

          Perché mai dovremmo non pensarci?
          Speranza vana, fuga dei deboli.

          Familiari ti tengono d'occhio
          come se stessero in cima
          d'una montagna a tenere la corda.

          A che scopo?

          Un naso, due occhi, una bocca
          due braccia e due gambe,
          anche noi siamo così.

          Un neonato che va a gattoni
          ricorda tanto una scimmia,
          ma non ragiona, conosce
          solo quello che tocca si sa.

          Un bambino alle elementari
          impara a leggere ma capisce,
          e al mc donald ritiene i clown stupidi.

          Un ragazzo quasi universitario
          osserva ogni cosa
          ormai libero di movimento.
          Ma... non tutti ne gioiscono
          e allora ti ridomandi:

          a che scopo?
          Patrizia Vinale
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            Scritta da: Patrizia Vinale

            Fanciullezza

            Rimembri quel giorno
            nel prato di rose?
            Piccoli bambini
            piccole gioie
            della nostra memoria
            Triste è il ricordo
            di tempi felici
            Triste è il rimorso
            del tempo scappato.
            Rimembri quel giorno
            nel mezzo di sposi?
            Piccoli sospiri
            piccoli pensieri
            del nostro segreto
            Felice è stato
            il primo incontro
            felice è stato
            il tuo ritorno.
            Patrizia Vinale
            Composta lunedì 23 maggio 2011
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