Roccia e sabbia e non acqua Sabbia trapunta dai suoi passi Senza numero fino all'orizzonte: Era in fuga, e nessuno lo inseguiva. Ghiaione trito e spento Pietra rosa dal vento Scissa dal gelo alterno, Vento asciutto e non acqua. Acqua niente per lui Che solo d'acqua aveva bisogno, Acqua per cancellare Acqua feroce sogno Acqua impossibile per rifarsi mondo. Sole plumbeo senza raggi Cielo e dune e non acqua Acqua ironica finta dai miraggi Acqua preziosa drenata in sudore E in alto l'inaccesa acqua dei cirri. Trovò il pozzo e discese, Tuffò le mani e l'acqua si fece rossa. Nessuno poté berne mai più.
Felice l'uomo che ha raggiunto il porto, Che lascia dietro di sé mari e tempeste, I cui sogni sono morti o mai nati, E siede a bere all'osteria di Brema, Presso al camino, ed ha buona pace. Felice l'uomo come una fiamma spenta, Felice l'uomo come sabbia d'estuario, Che ha deposto il carico e si è tersa la fronte, E riposa al margine del cammino. Non teme né spera né aspetta, Ma guarda fisso il sole che tramonta.
Voi che vivete sicuri Nelle vostre tiepide case, Voi che trovate tornando a sera Il cibo caldo e visi amici: Considerate se questo è un uomo Che lavora nel fango Che non conosce pace Che lotta per un pezzo di pane Che muore per un si o per un no. Considerate se questa è una donna, Senza capelli e senza nome Senza più forza di ricordare Vuoti gli occhi e freddo il grembo Come una rana d'inverno. Meditate che questo è stato: Vi comando queste parole. Scolpitele nel vostro cuore Stando in casa andando per via, Coricandovi alzandovi; Ripetetele ai vostri figli. O vi si sfaccia la casa, La malattia vi impedisca, I vostri nati torcano il viso da voi.