Scritta da: Silvana Stremiz

Terzo ricordo

Ancora i valzer del cielo non avevano sposato il gelsomino e la neve,
né i venti riflettuto la possibile musica dei tuoi capelli,
né decretato il re che la violetta fosse sepolta in un libro.

No.

Era l'età nella quale viaggiava la rondine
senza le nostre iniziali nel becco.
Quando convolvoli e campanule
morivano senza balconi da scalare né stelle.

L'età
nella quale sull'omero di un uccello non c'era fiore che posasse il capo.

Allora, dietro al tuo ventaglio, la nostra prima luna.
Rafael Alberti
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    Scritta da: Silvana Stremiz

    Secondo ricordo

    Anche prima,
    molto prima della rivolta delle ombre,
    e che nel mondo cadessero piume incendiate
    e un uccello potesse essere ucciso da un giglio.

    Prima,
    prima che tu mi domandassi
    il numero e il sito del mio corpo.

    Assai prima del corpo.

    Nell'epoca dell'anima.

    Quando tu apristi nella fronte non coronata, del cielo,
    la prima dinastia del sogno.

    Allorché,
    contemplandomi nel nulla,
    inventasti la prima parola.

    Allora,
    il nostro incontro.
    Rafael Alberti
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      Scritta da: Silvana Stremiz

      L'angelo buono

      Venne quello che amavo,
      quello che invocavo.
      Non quello che spazza cieli senza difese,
      astri senza capanne,
      lune senza patria,
      nevi.
      Nevi di quelle cadute da una mano,
      un nome,
      un sogno,
      una fronte.
      Non quello che alla sua chioma
      legò la morte.
      Quello che io amavo.
      Senza graffiare i venti,
      senza foglia ferire né smuovere cristalli.
      Quello che alla sua chioma
      legò il silenzio.
      Senza farmi del male,
      per scavarmi un argine di dolce luce nel petto
      e rendermi l'anima navigabile.
      Rafael Alberti
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