Diciassette cigni bianchi rimasti incantati imprigionati nello stesso movimento e il loro volo? spento. tanti i cani senza denti loro volano! Cancellano i sentimenti e i denti? prima eran tanti adesso son punti, uggiolano stanchi. Al cerchio delle scimmie han consegnato le consegne ai babbuini folli dalle morenti insegne/ al ruolo che divina con tutt'occhi e poi divora chi c'è intorno a te? Chi bussa e fà paura? Toc! Toc! È buio e la notte non consola più niente ti colora e ora?
Secoli come ore, ma affamati da pochi minuti di flebile silenzio. Attratti dalla gravità dell'amore senza alcun modo per fuggire, cadiamo nel vuoto, rilasciando a poco a poco nell'atmosfera del vissuto, ricettivi frammenti in grado d'illuminare paesaggi ricurvi in occhi bui e tempestosi. Non è possibile alterare, solo trasformare, lenire, rallentare prima di toccare il suolo interiore vibrando del vissuto, con lembi appaiati d'esperienze e situazioni infrante.
... e come sunto, l'arte d'eccellere nello spazzar via filamenti e canapi di vita che, nel corso di un manto "spiegato" al limite di un tumultuoso velo, si estende oltre l'eterna giovinezza a difesa dei suoi intimi e altrui, umani futuri e antichi inverni... così è. L'Arno.
Similitudine di tonalità emotiva: ocra. Un sole freddo e distante, un castello senza stanze, mura passate a luce irriverente. Fai in modo che si possa parlarne ancora. Niente più sabbia, da chi come sabbia spargendosi sorvola, nubi dentro ombre, scuole senza veglia. Similitudine di tonalità emotiva: terra.
Fluire, derivando dal pensiero invisibile, sin nel primo istante, fin dal cuore che domanda, oltre ogni scomparso a venire, morendo alle volte, d'infinita mente. Piccolo.
Il sole è in festa, e come striatura resta adagiato sulla buccia di una dorata pesca!. Sonnecchiante, accoccolato, mestamente addormentato. Scivola allegro giù dal colle quando il finir del dì lo coglie, salta in piè ad ogni squillo la luna ancor non sta a guardarlo, strizza l'occhio a destra e a manca spiega temi e a volte stanca. Ma quando il ghiro suona e canta le sue gesta, e ad ascoltarlo lui lì resta, il suo incanto è talmente tanto che la notte assai adirata e alle volte anche un po' scocciata non fa altro che gridargli: "Su poltrone che è tardi!, Tocca a me! La tua ora è ormai scoccata".
Il mare è la mente del cielo, i cherubini sono gli occhi del mare, l'etereo non pensa agisce e solo il fluido senso dell'acqua assegna invisibili neuroni al potere delle forge di pietra. Fosco silente, allegro turchese, unisce con veloci scariche elettriche maestosi e profondi pensieri, solcato da navi cariche di destini fantasma dove solo nelle scintillanti foreste d'acqua i loro occupanti possono dirsi finalmente a casa. Il mare è la mente del cielo, i cherubini sono gli occhi del mare... ogni ramo nato su questa terra, è frutto del sogno di un'onda ormai scomparsa.