Poesie di Renato Pergola

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Morire

Passa la morte gelida e silente,
ci scruta, ci osserva ma non dice niente.
Poi d'improvviso si ferma sul tuo letto,
la guardi e ti accorgi che merita rispetto,
di lei non devi aver paura e mandare via,
ma del mostro che ti ha reso infelice, la malattia.
Lasciami vita, lasciami andare,
ho donato tutto il mio amore, più niente posso dare.
Renato Pergola
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    Narciso

    Finalmente di ho visto e te lo voglio dire,
    no! Non andare via, lasciami finire,
    voglio dirti che ti amo da morire.
    Sento che intorno a me tutto svanisce
    e solo la tua immagine mi appare,
    mi guarisce, mi lusinga, mi rapisce.
    E tu dimmi che mi ami, voglio sentirtelo dire,
    dimmi: amo il tuo sorriso, la tua bocca,
    e il tuo bel viso, accarezzare i tuoi capelli
    biondi... stupido specchio perché non mi rispondi!
    Renato Pergola
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      L'uomo

      Mi sono chiesto invero molte volte,
      dov'ero quando tutto incominciò?
      Le mie domande al fin saranno sciolte
      quando la morte un giorno incontrerò.
      Mi dissero di esser stato Adamo,
      che nel giardino dell'Eden si smarrì,
      dopo aver condiviso di quel ramo,
      il frutto che la donna gli offrì.
      Scacciati fummo un di da quel giardino,
      per vivere in una terra desolata,
      per ordine del Padre mio divino,
      per dare vita ad una umanità ingrata.
      Poca è la pace che il mondo ha generato,
      che in secoli di vita insiem si visse.
      Guerra, morte, fame, carestia hanno intonato
      i quattro cavalieri dell'Apocalisse.
      Ma un dì sarem chiamati tutti quanti
      e nel giardin ci rivedremo un giorno,
      ma nel morir non ci saran rimpianti,
      la morte... è solo un mezzo di ritorno.
      Renato Pergola
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        Buonanotte Venezia

        Come vorrei essere un gabbiano e librarmi nell'aria per osservare Venezia di notte, con le sue luci, i campanili, le chiese, i suoi palazzi e poi planare dolcemente nell'acqua e guardare la luna spargere i suoi argentei raggi sulla laguna, che si fondono con il verde smeraldo dell'acqua generando brillantini colorati, dove Venezia si specchia prima di coricarsi.
        Renato Pergola
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          Il gabbiano

          Vola il gabbiano come un argenteo aliante, sopra una gondola, sulla laguna bruma, rincorre l'onda con la sua bianca schiuma, accarezzando Venezia come un tenero amante.
          Suonano le campane in alto alla sua mole, del campanile e delle chiese intorno, grida il pescatore annunciando il suo ritorno, svegliando Venezia sotto un tiepido sole. Vola il gabbiano e su in alto nel cielo si staglia a rimirar Venezia che nessuna città eguaglia.
          Renato Pergola
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