Tu sei in un luogo che non è terreno Idea intoccata da caligine di prosa Oggetto che non cade non soggiace Alle regole dei gravi incrollabile È l'altare su cui ti ho venerato A dispetto d'ogni abiura m'inginocchio Ai tuoi piedi silenziosa Con preghiere sussurrate dolcemente Io non chiedo grazie puramente Rendo solo a te benedizioni.
Come piega nella seta È il corso di quest'attimo sospeso Di dolcezza e d'abbandono Lungo i fianchi dell'anima distesa Sul declino spensierato D'una sera E m'innamora l'ora Il candore m'innamora Se il tuo sguardo si ferma su un sorriso Come a renderlo infinito Sulle mie labbra schiuse d'emozione.
Dopo giorni di consumate attese E recessioni divagate invano Ritorni con un dono come la prima rondine Che non è certo dica se sia primavera Oggi vieni a confutare Che non sarebbe stato solo un sogno Quello che abbiamo disegnato in due Per me che avevo chiuso i conti delle fioriture La rosa che eravamo noi Ed io credevo fosse morta Oggi tenevi tra le mani No, la rosa è ancora Viva nel mio corpo stanco Nei pensieri inariditi dai silenzi Delle labbra e di emozioni Dietro una nube di speranze mai dissolte La rosa che non muore.